Il Tar del Lazio ha ammesso le ragioni dei comitati e ha annullato il provvedimento della Presidenza del consiglio dei ministri e quello successivo del Cipe Trasversale Orte Civitavecchia: la Valle del Mignone a Tarquinia è salva
TARQUINIA – La Valle del Mignone a Tarquinia è salva. Esultano i comitati di fronte alla decisione del Tar del Lazio che di fatto ha accolto il ricorso dei comitati bocciando il tracciato verde. Il Consiglio dei ministri dovrà quindi riesaminare la richiesta avanzata dal Ministero delle Infrastrutture sull’istruttoria relativa alla costruzione del tratto della Superstrada Orte- Civitavecchia che interessa l’area Natura 2000 del Mignone.
Una vicenda tortuosa, questa, che nel tempo ha visto anche l’intervento della Corte di Giustizia europea chiamato in causa dallo stesso Tar. Il caso era nato dai ricorsi presentati delle associazioni ambientaliste contro il via libera all’opera, dato nel 2017 dal Consiglio dei ministri per motivi d’interesse pubblico, in base a un progetto di tracciato cosiddetto ‘verde’ nonostante un parere di impatto ambientale negativo.
“Il collegio – si legge nella sentenza del Tar – ha ritenuto fondata la censura relativa alla violazione della ‘Direttiva habitat’. Con gli atti impugnanti, infatti, «la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il CIPE hanno dato l’avvio alla realizzazione di un progetto che potenzialmente è pregiudizievole per l’integrità della zona interessata (la Valle del Mignone), ma rispetto al quale non v’è allo stato la certezza che costituisca, realmente, il progetto che comporta ‘i minori inconvenienti per l’integrità della zona, tenuto conto del fatto che il parere di compatibilità ambientale adottato dal Presidente del Consiglio dei Ministri è inficiato dal fatto che tiene conto anche dei costi e della sostenibilità economica».
L’accoglimento del ricorso ha portato all’annullamento sia della delibera del Consiglio dei Ministri dell’1 dicembre 2017,sia della delibera del Cipe del 28 febbraio 2018; con la conseguenza che il Consiglio dei Ministri «dovrà riesaminare la richiesta avanzata dal Mit, tenendo conto del fatto che l’approvazione del progetto preliminare, da parte del CIPE, dovrà essere preceduta dal completamento della Vinca (Valutazione di Incidenza), dalla comparazione dei vari tracciati autostradali – quanto alle conseguenze ambientali da ciascuno derivanti – e dalla individuazione delle necessarie misure di mitigazione, ragione per cui nessuna integrazione alla Via-Vinca potrà ritenersi consentita in fase successiva alla approvazione del progetto preliminare (salvo riapertura del procedimento di Via-Vinca, con restituzione dell’istruttoria alla Commissione Tecnica di Via-Vas). Le medesime statuizioni dovranno essere ugualmente rispettate dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nel momento in cui sarà nuovamente chiamato ad approvare il progetto preliminare dell’opera».
“Era il 31 gennaio 2018 – affermano Virginia Borgi, Nicola Buonaiuto del Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, Marzia Marzoli, Italia Nostra sezione Etruria, Marco Tosoni, Comitato 100% Farnesiana, Bianca Stefancu, Comitato per la difesa della valle del Mignone – quando insieme ad alcuni cittadini e alle associazioni ambientaliste WWF, LIPU, GRIG, Italia Nostra e Forum ambientalista, abbiamo fatto ricorso al TAR del Lazio per l’annullamento della delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, nonostante ben due pareri negativi del Ministero dell’Ambiente, concedeva la compatibilità ambientale al tracciato Verde, localizzato nella valle del Mignone, un sito della Natura 2000 (quindi protetto!).Oggi 5 ottobre 2021, ad oltre 4 anni di distanza e dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, alla quale lo stesso TAR aveva rinviato quesiti in merito, il TAR del Lazio ha ammesso le nostre ragioni, tutte le nostre ragioni e ha annullato il provvedimento della Presidenza e quello successivo del CIPE, anch’esso impugnato per motivi aggiunti”.
”Abbiamo vinto – commentano i comitati – la valle del Mignone ha vinto, l’ambiente ha vinto, hanno vinto il falco grillaio e tutta la fauna che vive nella valle, le piante, la convivenza rispettosa tra uomo e natura. Ha vinto il principio di precauzione, la tutela ambientale, il principio sacrosanto secondo il quale non tutto è concesso per motivi economici, non il fatto di distruggere un ambiente unico, protetto e che ci protegge dalla perdita di biodiversità, e così garantisce la nostra stessa sopravvivenza su questa Terra. Ha vinto la caparbietà di chi non ha smesso mai di battersi, di rispondere alle falsità, alla disinformazione, all’utilitarismo politico con la sola forza dei fatti, della ragione. Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto questa battaglia di civiltà, con piccoli e grandi contributi, e lo Studio Viglione che, nella persona di Noemi Tsuno, ci ha accompagnato in quella che è stata la battaglia legale”.