«Chiediamo tutela dei diritti e qualità per il rilancio sociale ed economico del territorio»
S. MARINELLA – «In un gioco di propaganda becera, il sindaco si lancia in valutazioni fantasiose e accusa la lista e il gruppo consiliare del “Paese che vorrei” di essere contrario alla possibilità di offrire una casa a chi appartiene alle fasce più fragili della popolazione. Niente di più falso. Da anni ci battiamo per questo ma il nostro obiettivo è di riuscire a farlo in tempi rapidi, evitando il consumo di suolo e riqualificando il nostro tessuto urbano». La lista civica “Il Paese che vorrei” prosegue il dibattito che va avanti da settimane in un botta e risposta con il sindaco Pietro Tidei in merito alla questione emergenza casa.«L’operazione 167 a Santa Severa che la maggioranza ha appena approvato in consiglio comunale, con il voto favorevole di Lega e di Forza Italia, non va affatto in questa direzione – affermano dal Paese che vorrei – Cosa allora, sarebbe stato giusto fare? Smetterla di approfittare delle “opportunità” offerte dagli errori di un vecchio Piano Regolatore superato e privo di quella cultura della tutela del territorio e della qualità degli insediamenti abitativi che ancora fatica a entrare nella testa di chi è abituato a concepire l’edilizia come un’opportunità speculativa. È necessario ridefinire i rapporti tra insediamento abitativo, patrimonio naturale e accesso al mare da proiettare in una visione sociale ed economica nuova, nel rispetto dell’ambiente come fondamento della qualità della vita dei residenti e oggetto di promozione economica e turistica. Procedere a una ricognizione di tutti gli edifici abbandonati, invenduti, non ultimati e sviluppare un progetto organico di riqualificazione del tessuto urbano che prenda in considerazione accessibilità, servizi, verde pubblico, trasporto sostenibile. Questo intendiamo quando parliamo di evitare nuovo consumo di suolo e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. Stabilire un piano di intervento con Ater invece che con fantomatici consorzi di costruzione. Così facendo limiteremmo il rischio di fenomeni di corruzione e pagamenti al nero sull’acquisto della prima casa da parte di chi non ne ha titolo e i cittadini otterrebbero maggiori garanzie sul rispetto del proprio diritto ad accedere agli immobili di edilizia convenzionata, agevolata o sovvenzionata. Da anni chiediamo al Comune e ad Ater interventi di recupero e riqualificazione volti ad aumentare l’offerta di abitazioni efficienti, correttamente inserite nel contesto urbano e naturalmente a costi accessibili alle fasce più in difficoltà. Non è difficile da capire se si hanno a cuore gli interessi della collettività e una visione di lungo periodo in grado di recuperare il valore del territorio che abitiamo e vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli. Certo, continuare a saccheggiare le nostre risorse è più facile ma è ora di abbandonare le vecchie logiche e impegnarsi per realizzare un Paese migliore, promuovendo azioni volte al miglioramento della qualità della vita che, la storia lo ha dimostrato, non può prescindere dalla tutela del nostro patrimonio ambientale».