Contestato all’ex collaboratore di Tedesco Magrì il presunto favoreggiamento per quanto dichiarato ai Carabinieri Concorsopoli, sale a 7 il numero degli indagati
ALLUMIERE – Sale ad almeno 7 persone il numero degli iscritti sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul “Concorsone” di Allumiere.
Nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore della Repubblica Alessandro Gentile (da cui nel frattempo è stata stralciata la posizione del presidente della commissione giudicatrice, che andrà a processo da solo già dal mese prossimo) sulle presunte irregolarità della procedura di assunzione indetta dal comune collinare, ai nomi dei componenti della commissione, di una candidata accusata di tentata estorsione e del sindaco di Allumiere Antonio Pasquini, si è aggiunto un altro indagato.
Si tratta dell’allora collaboratore (articolo 90) e responsabile della comunicazione social del sindaco Ernesto Tedesco, Massimiliano Magrì, oggi assunto in Regione Lazio. L’ipotesi accusatoria nei suoi confronti è quella di favoreggiamento. In sostanza, secondo il pm, non avrebbe detto la verità ai Carabinieri quando è stato sentito per rendere sommarie informazioni testimoniali come persona informata sui fatti.
Ad indurre il magistrato ad iscrivere Magrì, la cui posizione appare comunque molto marginale, sarebbero stati anche i contatti telefonici riscontrati dall’esame dei tabulati con membri della commissione. Un particolare, questo, che però sembrerebbe facilmente spiegabile, visto da una parte il ruolo ricoperto dallo stesso in Comune a Civitavecchia, che lo portava ad avere contatti con tantissime persone e figure dirigenziali anche di altri comuni, e dall’altra soprattutto il pre-esistente rapporto di amicizia, mai negato, con uno dei membri della commissione. C’è da capire cosa possa aver spinto gli inquirenti ad adottare questa iniziativa, al di là dei rapporti personali che comunque di per sé non sarebbero sufficienti a dimostrare responsabilità del diretto interessato visto che, giova ricordarlo, è sempre stato tra i primi in tutte le prove, e non solo nella preselezione oggetto dei tanti dubbi.
«Il mio assistito – ha dichiarato il difensore di Magrì, avvocato Lorenzo Mereu – è certo di non aver commesso alcun delitto e men che mai il reato di favoreggiamento personale, che sanziona chi, non avendo concorso in reati, aiuta qualcuno ad eludere le investigazioni. Il signor Magrì ha superato il concorso grazie alle sue capacità ed è certo chela sua estraneità ad ogni condotta delittuosa sarà ricosciuta dalla competente Autorità nella quale nutre la massima fiducia». Sono al vaglio anche altre posizioni.
Intanto, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Pubblicità e Trasparenza della Regione Lazio, torna pesantemente sull’argomento: «La mancanza di dignità del Partito Democratico non conosce limiti. La decisione del neo presidente del X Municipio, Mario Falconi, di affidare un assessorato ad Antonio Caliendo, marito di una neo assunta in Regione attraverso la famigerata concorsopoli di Allumiere è l’ennesima dimostrazione che il partito del presidente Zingaretti è implicato fino al collo in questa vergognosa vicenda. Ci aspettiamo a questo punto una netta presa di posizione
del segretario Letta».
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