Civitavecchia perde un’altra parte importante della sua storia: il carabiniere in congedo aveva 86 anni ed era il proprietario dell’appartamento di piazza Leandra con i dipinti raffaelleschi È morto Tarcisio De Paolis
Se n’è andato in silenzio e all’improvviso, ad 86 anni, Tarcisio De Paolis, portandosi dietro un sogno, lottando per cinquant’anni per far sì che venisse valorizzato il tesoro trovato in casa sua, custodito con orgoglio insieme a sua moglie Teresa, non trovando però mai la giusta attenzione. Civitavecchia piange la scomparsa dell’ex carabiniere che negli anni ’70 acquistò l’appartamento al terzo piano di piazza Leandra 2, al Palazzo Manzi. Durante i lavori di ristrutturazione nell’aprile del 1972, infatti, vennero alla luce alcuni dipinti che lo insospettirono subito e che poi si mostrarono nella loro bellezza, come perfetta riproduzione di quattro affreschi realizzati da Raffaello nei primi anni del 1500 e presenti presso i Musei Vaticani, nella Stanza di Eliodoro: La messa di Bolsena, La cacciata di Eliodoro dal tempio, La liberazione di San Pietro e L’incontro di Leone Magno con Attila. I dipinti di piazza Leandra vennero visionati da critici, esperti e storici dell’arte – tra cui anche Vittorio Sgarbi e Nicole Dacos – tutti concordi nel dire che si trattava di sicura provenienza della bottega di Raffaello. E Tarcisio per quei dipinti si è battuto, ha lottato, ha aperto le porte del suo appartamento a tutti, a qualsiasi ora, accogliendo gli ospiti con un caffè ed un sorriso, e soprattutto con la storia racchiusa in quelle mura e il desiderio di vederle, prima o poi, patrimonio culturale della città. Anzi, si è anche trasferito al piano di sotto, lasciando quello come “appartamento-museo”. L’appartamento, recentemente, è stato messo in vendita con l’intenzione di valorizzarlo e non disperderne la ricchezza, anche se non è certo una missione facilmente realizzabile. La notizia della sua scomparsa ha fatto velocemente il giro della città e dei social, dove tanti sono stati i messaggi di cordoglio lasciati al “sindaco” di piazza Leandra, come tanti lo chiamavano.
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