Intervenuta prescrizione: si chiude dopo quasi sei anni e dopo più di otto anni il procedimento a carico dell'ex sindaco e del suo collaboratore ed ex assessore Tentata estorsione: prosciolti Moscherini e De Francesco
CIVITAVECCHIA – Si chiude dopo quasi sei anni e dopo più di otto anni il procedimento a carico dell’ex sindaco Giovanni Moscherini, del suo collaboratore ed ex assessore Vincenzo De Francesco – entrambi accusati di tentata estorsione – e dell’ex presidente dell’Autorità portuale Pasqualino Monti, chiamato a rispondere per omessa denuncia.
Il tribunale ha infatti emesso una sentenza a non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dei tre, tutti prosciolti quindi, con il dibattimento che di fatto in tutti questi anni non è mai iniziato.
L’inchiesta esplose nel 2016 e fece molto scalpore, soprattutto perché si arrivò all’arresto di Moscherini e De Francesco, da parte dei militari del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Roma, con i fatti contestati che risalgono al 2013, legati alla realizzazione della Darsena Traghetti. Secondo l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e dall’allora sostituto Lorenzo Del Giudice, i due amministratori avrebbero posto in essere un tentativo di estorsione quando l’ex primo cittadino aveva chiesto all’Autorità Portuale di intervenire abusivamente per favorire l’acquisto di una cava di proprietà di una società viterbese, che avrebbe dovuto fornire il materiale lapideo necessario per la realizzazione di un appalto pubblico, minacciando di denunciare per non conformità delle relative forniture, i titolari delle cave ai quali erano stati assegnati i subappalti.
“Per Moscherini – ha commentato l’avvocato difensore Pierluigi Bianchini – finisce un periodo buio; lo volevano arrestare addirittura a Miami, poi lo hanno aspettato a Malpensa, di ritorno dal Seatrade. Oggi, chiuso anche il procedimento della Terme, non ha più procedimenti penali a carico. Certo è che questa inchiesta ed il clamore mediatico che ebbe, hanno avuto effetti devastanti su di lui e sulla Gbu, società edile di cui era amministratore delegato, che perse un appalto importante ad Enel e finì per fallire”. Il legale ha quindi evidenziato un aspetto emblematico di tutta questa vicenda, il fatto cioè che dopo tanto clamore ed i due amministratori finiti ai domiciliari “in tutti questi anni – ha evidenziato – non si è riusciti neanche ad aprire il dibattimento”.
Aspetto che lascia con l’amaro in bocca anche il difensore di De Francesco, l’avvocato Matteo Mormino. “Non c’è stato dibattimento, né escussione di testimoni – ha aggiunto – avremmo voluto confrontarci dal punto di vista processuale per testimoniare la completa innocenza. Sono trascorsi 8 anni e mezzo dai fatti contestati, Moscherini e De Francesco vennero arrestati e posti ai domiciliari, misura annullata poi dal Riesame, evidenziandone la mancata attualità. Oggi si chiude comunque una pagina importante”.
“Con questo provvedimento – ha commentato l’avvocato Andrea Miroli, legale di Pasqualino Monti – si chiude finalmente l’ultimo atto di quella campagna di fango che, sul finire del suo mandato di Presidente dell’Autorità portuale, ha investito il mio assistito. Periodo costellato da denunce ed esposti (per lo più anonimi), tutti risoltisi o con sentenze di proscioglimento, perché il fatto non sussiste (si rammenta quello sulla darsena traghetti) o con provvedimenti di archiviazione”.