Decisione del Tribunale di Civitavecchia che però ha disposto le spese di giudizio compensate tra le parti, l’avvocato Sacco: «Ci opporremo, grave precedente» Biogas, respinta la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Pellicano agli ambientalisti
TARQUINIA – Il Tribunale di Civitavecchia ha rigettato la domanda proposta dalla società Pellicano che, con questa prima causa, ha citato in giudizio le associazioni ambientaliste “Bio Ambiente” e Forum ambientslista, e diversi soggetti privati tra i quali Simona Ricotti, Gianpiero Baldi e Mirella Selmanaj che si erano impegnati in una campagna di informazione volta a far conoscere gli effetti ritenuti nocivi degli impianti per la trasformazione dei rifiuti in biogas e biometano sull’ambiente e la salute dei cittadini. Il giudice Daniele Sodani ha rigettato la richiesta plurimilionaria di risarcimento del danno avanzata nel 2019 dalla Pellicano nei confronti di quanti si erano strenuamente opposti all’avviamento di una centrale per la produzione di “biometano” attraverso la trasformazione a “biogas” in località Olivastro nel territorio del comune di Tarquinia. «Una vittoria di Pirro», commenta l’avvocato Roberta Sacco, difensore degli ambientalisti che aveva accettato la difesa dei propri clienti dispensandoli dall’anticipare le onerose spese legali per difendersi in giudizio dalla Pellicano, ritenendo un dovere sociale e morale sostenere chi decida di impegnarsi nella tutela e salvaguardia della “casa comune” impiegando le proprie risorse ed esponendosi a ritorsioni di vario genere. «Nonostante la vittoria contro la società Pellicano sia stata schiacciante – denuncia l’avvocato Roberta Sacco, il Tribunale ha compensato le spese tra le parti creando così un precedente allarmante che consentirebbe in futuro a quanti decidessero di citare in causa gli ambientalisti con domande infondate, avanzate al solo scopo di scoraggiarli dalla libera manifestazione del pensiero attraverso il legittimo esercizio del diritto di critica sancito dalla Carta Costituzionale, di zittirli, paventandosi la concreta possibilità di essere costretti a sostenere il gravoso peso di proibitive spese di giudizio». L’avvocato Roberta Sacco annuncia pertanto di impugnare la sentenza del Tribunale di Civitavecchia per chiedere la condanna della Pellicano alle spese di giudizio, facendo, appello alla sensibilità di tutti gli altri colleghi per unirsi alle loro battaglie. «Nello specifico – ricorda l’avvocato – l’allora consorzio Pellicano, poi società Pellicano, nel 2012 aveva avviato le procedure necessarie al rilascio delle autorizzazioni per l’ampliamento dell’impianto di raccolta differenziata e compostaggio che gestiva a Tarquinia in località Olivastro per produrre biometano attraverso la trasformazione del biogas, intenzione che aveva attirato le ire di cittadini e associazioni di ambientalisti preoccupati dei danni che l’impianto avrebbe provocato all’ambiente e alla salute dei cittadini in un territorio già tristemente noto per lo straordinario alto tasso di malattie e mortalità rispetto alla media nazionale».
Come si legge nella sentenza, le associazioni “Bio Ambiente” e “Forum Ambientalista” erano state accusate dalla Pellicano di aver organizzato numerosi convegni e manifestazioni contro la Pellicano, di aver diffuso articoli, presentato
esposti. La Pellicano, quindi, lamentava che, sulla scorta delle condotte degli ambientalisti, si era vista costretta a presentare querele, esposti, a organizzare sopralluoghi presso altri impianti di altre regioni per dimostrare l’assenza di pregiudizi per la popolazione residente e imputava all’attività, a suo dire, di discredito dei convenuti il “rallentamento” per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte della Regione Lazio, accusando gli ambientalisti di aver proposto ricorso al Tar avverso la determinazione regionale che aveva espresso parere favorevole della Via, rallentando la procedura di rilascio dell’Aia. La Pellicano, quindi, concludeva lamentando di aver subito un danno non patrimoniale per lesione della propria immagine e reputazione aziendale, oltre che economico, poichè per via dei ritardi aveva perso i fondi della Regione Lazio, pari ad euro 1.850.000,00, aveva perso investimenti ad opera di soggetti terzi e aveva riportato un mancato guadagno di euro 1.000.000,00 all’anno a causa della mancata realizzazione dell’impianto. Cifre da capogiro, da far tremare i polsi e togliere il sonno ai malcapitati citati in causa, che per anni hanno temuto di dover rifondere alla società attrice a titolo di risarcimento del danno quanto dalla stessa preteso. In buona sostanza, le associazioni degli ambientalisti e i cittadini, preoccupati che l’ennesima fonte di inquinamento avrebbe provocato irreparabili danni all’ambiente e alla salute degli abitanti di Tarquinia e dei territori limitrofi, avrebbero dovuto tacere e non avrebbero neppure dovuto permettersi di opporsi con ricorsi al Tar alle autorizzazioni rilasciate alla Pellicano dalla Regione Lazio, a firma dell’ing. Flaminia Tosini, all’epoca direttrice regionale del dipartimento Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, attuale vicesindaco del Pd nel Comune di Vetralla ed ex assessore all’Ambiente a Civitavecchia con l’allora sindaco Tidei, peraltro arrestata lo scorso marzo con l’accusa di concussione, corruzione, e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente, nell’ambito dell’indagine della Procura di Roma nei confronti della società Mad e anche per la questione della discarica di Fosso del Crepacuore per cui l’ex sindaco Antonio Cozzolino e l’ex assessore Alessandro Manuedda avevano precedentemente presentato un esposto alla Procura della Repubblica».