Inquinamento e cuore: il punto con il dottor Marco Di Gennaro
MARCO DI GENNARO
CIVITAVECCHIA – “L’inquinamento è un importante fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Nonostante ciò, la riduzione dell’inquinamento non ha ricevuto adeguata attenzione nell’ambito dei programmi di controllo delle malattie cardiovascolari ed è sostanzialmente assente nelle linee guida sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari che incentrano fondamentalmente la loro attenzione su comportamenti individuali e fattori di rischio metabolici.
In un articolo pubblicato il 10 novembre sul New England Journal of Medicine l’autore passa in rassegna la stretta relazione tra inquinamento e cuore suggerendo anche strategie basate sull’evidenza per la prevenzione delle malattie ad esso correlate .
L’inquinamento dell’aria costituisce la più importante causa di malattia correlata all’inquinamento anche perché ad esso siamo costantemente sottoposti e si stima possa determinare sino a 12 milioni di decessi/anno. E’ costituito da una complessa miscela la cui concentrazione e composizione varia a seconda del tempo e del luogo ed è significativamente influenzato dalle condizioni metereologiche.
Polveri, inquinanti gassosi come gli ossidi di azoto, anidride solforosa e monossido di carbonio unitamente ad ozono ed altre componenti quali benzene, toluene, xylene ed altri sono tra i componenti principali dell’inquinamento dell’aria che ha una componente ambientale ed una componente casalinga , quest’ultima particolarmente importante nei paesi più poveri a causa dell’utilizzo di combustibili fossili.
Le polveri sottili , quelle fini (< 2.5 millimicron ) ed ultrafini ( <0.1 millimocron ) in particolare, svolgono un ruolo determinante nei danni provocati dall’inquinamento dell’aria. Fattori biologici quali l’età avanzata, pregresse cardiopatie, malattie polmonari e immunosoppressione nonché fattori sociali quali povertà e disuguaglianza possono aumentare la suscettibilità di una persona agli inquinanti atmosferici .
Vari studi hanno dimostrato che l’esposizione al PM2.5 , sia nel breve che nel lungo termine, è associata ad un aumento del rischio di infarto cardiaco, ictus cerebrale e morte cardiovascolare, ad un peggioramento dello scompenso cardiaco ed ad un aumentato rischio di fibrillazione atriale ed aritmie ventricolari.
Una stretta correlazione si è riscontrata anche tra inquinamento da PM 2.5 ed insorgenza di ipertensione arteriosa e diabete mellito importanti fattori di rischio cardiovascolare . Questi effetti dannosi unitamente ad una predisposizione ad una accentuata aterosclerosi, ipertrofia ventricolare sinistra e progressione della malattia renale cronica si riscontrano anche a concentrazioni sotto i 5 microgrammi per millimetro cubo ben inferiori agli attuali limiti consentiti.
Anche metalli quali piombo, mercurio ,arsenico e cadmio possono determinare oltre che tumori, disturbi cognitivi e malattie renali anche importanti effetti sull’apparato cardiovascolare.
Piombo
Il piombo si stima sia responsabile di circa 900.000 mila morti/anno globalmente , 21.000 dei quali negli Stati Uniti con il 75% delle quali dovuto a cause cardiovascolari. Esso rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di ipertensione arteriosa ed il suo effetto negativo sembra manifestarsi a livelli molto più bassi di quanto ritenuto in precedenza”.