COMMENTO AL VANGELO Raddrizzate i sentieri
DON IVAN LETO*
In questa seconda domenica di Avvento, nel brano di Luca 3,1-6ascoltiamo la voce di Giovanni Battista, figlio di Zaccaria. Il precursore di Gesù insegnò al popolo a camminare nella speranza. Imitando lo stile della Bibbia e degli storici ellenisti, Luca inizia la missione del Battista inquadrandola nella storia del mondo pagano e in quella di Israele. Non solamente la colloca nell’anno 15 del regno di Tiberio, che corrisponde approssimativamente al 27-28 della nostra era, ma enumera le autorità civili e religiose in Giudea, Galilea e nei popoli vicini. E’ evidente, dunque, la sua volontà di presentare il vangelo come un fatto storico. Ispirandosi al racconto della vocazione di Geremia, Luca narra la vocazione e missione di Giovanni Battista: “la parola di Dio venne su Giovanni” (v.2). Dopo molti anni di solitudine nel deserto, Giovanni è chiamato da Dio e, da asceta solitario, diventa predicatore per le moltitudini. La sua attività, predicare “un battesimo di conversione”, aveva come obiettivo principale il passaggio radicale dal male al bene. Il metodo utilizzato era appunto il battesimo cioè l’immersione nel Giordano, segno espressivo e impegno pubblico della conversione; punto di partenza di ogni rinnovamento. Per poter raddrizzare la strada incontro al Signore, bisogna colmare i difetti e abbassare gli eccessi. Dio non può entrare dove ci sono i monti dell’orgoglio o gli avvallamenti della freddezza. Solo in questo lavorio dentro e fuori di noi, ci raggiungerà una libertà nuova che ci permetterà di percorrere la via del Signore.
*Don Ivan Leto
parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia-Tarquinia