Omicidio Angeletti, convalidato l’arresto: per Cesaris si aprono le porte del carcere
TARQUINIA – Convalidato l’arresto per Claudio Cesaris da parte del gip che ha disposto la misura cautelare in carcere per il 68enne, anche se al momento l’ex tecnico universitario di Pavia accusato dell’omicidio volontario di Dario Angeletti resta ancora ricoverato presso l’ospedale Belcolle di Viterbo, per cardiopatia e iperclicemia diabetica. Respinta la richiesta della difesa della misura cautelare ai domiciliari.
Cesaris, difeso dall’avvocato Andrea Fabbio, ha risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari, riferendo che si sarebbe trattato di un raptus di gelosia, collegato al sentimento nei confronti di una ricercatrice 39enne conosciuta a Pavia e per la quale ha lasciato la moglie.
“Sono stato io a sparare”, ha detto Cesaris. Una follia, ha spiegato, dettata dal momento. Un omicidio commesso con una pistola che non sarebbe quella che deteneva regolarmente e sequestrata dai Carabinieri, e della quale si sarebbe disfatto.
“Cesaris – riferisce l’avvocato Fabbio – ha dichiarato che non conosceva Dario e non l’aveva né seguito né pedinato. Ha escluso qualsiasi conoscenza della vittima. Il suo è stato un gesto d’impulso, non c’è stata alcuna premeditazione”. Dopo un colloquio con Angeletti, avvenuto in maniera del tutto casuale e senza previo appuntamento, Cesaris avrebbe quindi avuto un raptus, forse per una frase maldigerita.
Non appena i medici riterranno opportune le dimissioni dall’ospedale, per Cesaris si apriranno comunque le porte del carcere.
“Al momento posso rappresentare il dolore della famiglia di Dario – le parole dell’avvocato Rodolfo Bentivoglio della famiglia Angeletti – una famiglia che sta vivendo un dramma. Attendiamo gli sviluppi”.
Al sospettato, i carabinieri sono arrivati in pochissimo tempo, dopo indagini serrate, nel corso delle quali sono stati sentiti testimoni, parenti e amici della vittima, per capire chi potesse essere il killer. L’inchiesta si è presto concentrata sulla sfera privata di Angeletti, ucciso con un solo colpo, sparato da distanza ravvicinata. Decisivi i video di tutte le telecamere di sorveglianza della zona con i filmati che hanno fornito una serie di immagini su auto e persone in entrata e in uscita dal parcheggio sterrato delle Saline dove si è consumato il delitto.
Nel giro di poche ore, gli inquirenti sono arrivati alla perquisizione in casa del sospettato, a San Martino al Cimino, che davanti ai carabinieri è stato colto da malore e trasportato all’ospedale Belcolle di Viterbo, dove è rimasto, piantonato. Angeletti, una moglie e due figli, era docente presso il Dipartimento di scienze biologiche ed ecologiche dell’Università della Tuscia, la sua unica colpa sarebbe quella di aver stretto amicizia con la ricercatrice di cui Cesaris era ossessionato.
Sono stati acquisiti agli atti alcuni messaggi scambiati tra l’indagato e la ricercatrice, «il tenore – commenta l’avvocato di Cesaris – era semplicemente quello tra due persone che hanno avuto una storia». (segue)