Lacrime e disperazione per l’ultimo saluto a Dario Angeletti
CIVITAVECCHIA – Lacrime, dolore, disperazione tra aneddoti di amici e colleghi di lavoro e famigliari stretti in un interminabile abbraccio.
L’addio al professor Dario Angeletti, ucciso con due colpi di pistola lo scorso 7 dicembre mentre si trovava nella sua macchina al parcheggio delle Saline di Tarquinia, ha raccolto stamane tanta gente dentro e fuori il piccolo teatro del Polo universitario dell’Università della Tuscia a Civitavecchia.
Oltre al rettore dell’Università Stefano Ubertini, tra i presenti anche il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco e la presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco. Tra i primi ad arrivare, il professor Giuseppe Nascetti; presente in sala anche la consigliera regionale Silvia Blasi per tanti anni anche sua collega.
“La scomparsa di Dario ha colpito tutta la comunità di Unitus e quella più ampia dell’Accademia nazionale e internazionale – ha detto il rettore dell’Università Stefano Ubertini – I colleghi e gli studenti sono stati letteralmente travolti da un senso di tristezza, quel senso che ti trovi davanti in certi momenti della vita, quando per motivi dei quali non cogli il senso, viene meno il punto di riferimento umano e relazionale che faticosamente costruiamo per vivere insieme”. “Il minimo che possa fare a nome di tutta la comunità è ricordarlo oggi qui davanti a voi – ha aggiunto – come uno scienziato appassionato, un mentore per i giovani, e un amico per i colleghi. Dario Angeletti ha trascorso la sua intera vita professionale e di studioso e docente presso il nostro Ateneo, dove era entrato come giovane neo laureato poco più di venti anni fa. in tutti questi anni abbiamo avuto modo di apprezzarlo come ricercatore, insegnante e come uomo, per il suo carattere mite, empatico, sincero, e pacatamente determinato. Dario ha dedicato tantissime energie a sviluppare un progetto di grande rilievo, per la nostra università, impegnandosi sin dal principio, dal 2001, al recupero delle Saline di Tarquinia. Insieme al suo maestro, il professor Giuseppe Nascetti, è stato il promotore di quel progetto internazionale “Life natura” che diede avvio a tutta l’attività scientifica e didattica e che da allora il nostro Ateneo svolge in questo prezioso sito dove Dario ha continuato a lavorare fino all’ultimo. Era riuscito a trasferire nel lavoro la sua grande passione, il mare. Velista convinto e appassionato di cetacei, era diventato un ecologo marino, i cui interessi hanno spaziato dai meccanismi evolutivi in ambiente costiero alla messa a punto di tecniche di monitoraggio su organismi sentinella, collaborando con molti colleghi di altri istituti e contribuendo a fondare il Centro interuniversitario per lo studio dei cetacei, di cui era vicedirettore. Da dieci anni insegnava Ecologia applicata e tutela dell’ambiente marino, qui al Polo universitario di Civitavecchia. Docente apprezzato e appassionato che, grazie alla caratura umana e all’amore per il proprio lavoro, è riuscito a trasmettere a tantissimi studenti molto più che nozioni e conoscenza: desiderio di imparare, onestà intellettuale, capacità di fare squadra, amore per il mare. Grazie alla sua capacità di relazionarsi con gli studenti, Dario è diventato una figura di riferimento per tantissimi giovani che aspiravano a diventare e sono diventati scienziati ambientali, biologi ed ecologi marini. Molto spesso gli studenti chiedevano a lui la tesi di laurea, e lo ricordano con immenso vuoto ma anche con profonda gratitudine. Grazie Dario”.
Non è riuscito ad esprimere il suo pensiero il suo carissimo amico, con il quale Dario si era trasferito a Perugia per intraprendere gli studi universitari. A lui il compito di aprire gli interventi. “La famiglia ha voluto che si unissero a questo saluto privato gli amici e i colleghi di Dario – ha spiegato l’amico – e ciò è stato possibile grazie alla massima collaborazione del Polo universitario e dalla Fondazione Cariciv, dei quali siamo ospiti. Per motivi di restrizioni da pandemia è stato necessario limitare gli ingressi. Avevo preparato una cosa mia personale che però non riesco a dire. Soltanto un ricordo di Dario, mio, di Fabrizio che è qui e di Gianluca che purtroppo non c’è più. Siamo andati a studiare a Perugia e tutto inizia lì per noi. Dario era un carissimo, carissimo amico, e sinceramente non riesco a dire niente altro; soltanto ciao e grazie di essere stato amico”.
“Ciao Dario, adesso esco e vado a vedere il tuo mare”, le parole dell’amico e collega Claudio che ha raccontato l’ultimo dialogo avuto con Dario dopo la soddisfazione per il riuscito seminario al Cismar e i tanti progetti per il futuro, con tante cose da organizzare. Nel ripercorrere gli episodi più importanti condivisi, Claudio ha definito Dario “Maestro di calma, premura, precisione, dedizione e paternità”.
Poi ancora l’intervento a nome di tutti gli amici; e ancora quello di una dottoranda che conserva la chiave del Cismar che Dario le aveva affidato con fiducia. La sbadataggine di Dario è stata raccontata da un’altra dottoranda, ma anche amica, che ha ricordato di quanto spesso Dario perdeva il cellulare e di quanti ne ha cambiati negli ultimi quattro anni. “Ciò che traspariva di più è quanto Dario amasse la sua famiglia e quanto fosse estremamente orgoglioso dei suoi ragazzi”, ha anche detto la collega. “Mi ha insegnato che fare degli errori non è sempre una brutta cosa, basta imparare da essi. Porterò sempre nel cuore il tempo passato insieme”, ha concluso. L’amore per i figli che hanno avuto anche nelle parole della donna divenuta amica.
Parole per Dario anche da parte della consigliera regionale Silvia Blasi: “Ci siamo conosciuti più di venti anni fa – ha detto – eravamo appena laureati e alle Saline ancora non c’era nulla. Se oggi c’è qualcosa ora lì è anche grazie a lui che ci ha sempre creduto, molto più di me che poi ho preso un’altra strada. Abbiamo lavorato fianco a fianco, allo stesso tavolo e allo stesso computer, lavorando per un sogno che poi si è realizzato. L’ultimo ricordo personale lo vorrei dedicare ai figli, perché Dario è stato un esempio: lui amava la verità, la giustizia; è un esempio per tutti noi e vorrei che i figli conservassero questo ricordo di lui: l’amore che aveva per il vero e per il giusto”.
Al termine dei diversi interventi è stato consentito l’ingresso in sala, scaglionato, alle persone rimaste all’esterno, così da permettere a tutti di avvicinare il feretro e salutare i famigliari di Dario.
Dopo un istante di silenzio, i tanti singhiozzi sono stati sovrastati dalla musica diffusa in sala con le note anche di Aida di Rino Gaetano.
Poi l’uscita del feretro salutato con un lungo applauso.