Piovono interventi sulla situazione critica a Montalto di Castro: il nuovo dottore non arriverà prima di marzo «Emergenza covid ed emergenza medici di famiglia: una situazione esplosiva»
MONTALTO DI CASTRO – La preoccupazione per la carenza di medici di famiglia preoccupa non solo i cittadini ma anche i politici del territorio.
Sul caso che riguarda Montalto sono diversi gli interventi. Tra gli altri a prendere la parola è il consigliere comunale Francesco Corniglia.
«Il18 gennaio il Comune di Montalto di Castro informa che ci sono 266 cittadini positivi al covid. In questa situazione già di per se difficile viene a cessare l’attività di uno dei medici di famiglia sul territorio – spiega Corniglia – Il medico aveva a suo tempo avvisato la Asl dicendo che il 15 gennaio 2022 sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro, dalla lettura degli atti in albo pretorio la comunicazione risale al 17 novembre 2022. Così dal 16 gennaio 1500 cittadini devono trovarsi un nuovo medico. E qui iniziano i problemi. La Asl non mette subito un nuovo medico di famiglia a Montalto in sostituzione di quello in pensione, per questo bisogna aspettare il primo di marzo. Quindi per quaranta giorni i cittadini dovranno fare i salti mortali per farsi prescrivere ricette o certificati, rivolgendosi alla guardia medica, agli altri medici di famiglia di Montalto, peraltro già pieni di assistiti, oppure scegliere un medico di un comune vicino, magari a Tarquinia o Tuscania. Che ci vuole in fondo per una persona anziana prendere la macchina e farsi venti minuti di viaggio, magari al buio con la pioggia, per andare dal medico? Senza considerare le numerose altre situazioni che si possono verificare. É questa la risposta del servizio sanitario regionale a questa emergenza?», sollecita il consigliere.
«Il sindaco e l’assessore comunale alla Sanità Valentini – prosegue Corniglia – avrebbero dovuto da tempo muoversi con la Asl e iniziare «il dialogo costruttivo» per risolvere il problema. Limitarsi a dichiarare che i cittadini non più assistiti possono scegliere medici in tutto il distretto sanitario è una cosa inaccettabile. Perché in altri piccoli comuni del viterbese come il nostro che hanno avuto problemi simili un sostituto è stato trovato in tempi molto più rapidi. A Montalto invece bisogna aspettare fino al primo di marzo per avere un nuovo medico di famiglia. La domanda a cui l’amministrazione deve avere risposta è una sola : perché? E deve spiegarlo bene ai suoi cittadini. Altro che limitarsi al “dialogo costruttivo” con la Asl così come dichiarato dal sindaco». «Ripeto – sottolinea Corniglia – é questa la risposta del servizio sanitario regionale a questa emergenza? Si risolvono così i problemi della gente?». Sul caso prende la parola anche Daniela Scatolini, presidente di “Uniti per cambiare”, che rimarca un errore che persevera. «Lo scorso anno uno dei medici di base del comune di Montalto andava in pensione, di fatto gli assistiti, circa 1500, si trovarono di colpo a dover fare il cambio del medico in piena emergenza sanitaria a causa del Covid-19, recandosi numerosi al Cup. Questa situazione causò assembramenti di cittadini e solo dietro mia segnalazione, l’assessore con delega alla Sanità Valentini integrò il personale al
l’ingresso dell’edificio per contingentare l’accesso. Fino ad allora a Pescia Romana erano presenti due medici di base e a Montalto di Castro quattro. Con il pensionamento del primo medico di base in servizio, non è stato assunto nessun nuovo medico, e gli assistiti sono stati riparti tra i medici presenti già oberati di lavoro. Tutto ciò ha creato ai cittadini molti disservizi per l’elevato numero di pazienti in carico e il periodo legato al covid. I medici si sono divisi tra visite domiciliari, visite ambulatoriali, prescrizioni, certificati vari e vaccinazioni».
«La storia continua – prosegue la Scatolini – infatti alcuni giorni fa il dottor Michelangelo Di Stefano ha ufficialmente cessato il servizio come medico nel nostro comune a seguito del pensionamento. L’arrivo del nuovo medico di base è previsto purtroppo non prima del mese di marzo e questa situazione causerà ulteriori disagi per i cittadini in questo momento difficile dove l’assistenza sul territorio per quanto riguarda la medicina generale, dovrebbe essere una priorità. Il Comune di Montalto di Castro ha comunicato che i pazienti in carico a Di Stefano potranno affidarsi (fino al primo marzo), a un altro medico che abbia disponibilità nell’ambito di tutti i paesi ricompresi nel distretto A (ex Vt 2): Acquapendente, Canino e Tuscania. Tra questi appunto anche i tre medici che sono presenti all’interno della struttura socio sanitaria sita a Villa Ilvana, che dovranno coprire il lavoro di cinque medici. Complimenti per il risultato ottenuto con il dialogo costruttivo – commenta Daniela Scatolini – Dunque questo servizio sarà sufficiente per tutte le necessità? Ce lo auguriamo. In quanto l’essere curati è un diritto. Vigileremo affinché il diritto alle cure e all’assistenza sia garantito. Certo è che si sarebbe potuto programmare il subentro per tempo, in pensione non ci si va oggi per domani, evitando di lasciare molti cittadini senza assistenza, proprio ora con il dilagare dell’epidemia di covid e l’indice di contagio altissimo del nostro paese. Pur essendo competenza della Asl, l’amministrazione comunale avrebbe potuto fare di più. L’assessore alla Sanità avrebbe potuto esercitare maggiori pressioni perché fosse risolto prima il disservizio. Ogni medico di base può avere un massimo di 1500 assistiti e i cittadini sono circa 9mila, compresi i minori! Alla fine a pagare il prezzo più alto sono sempre gli stessi: le persone più fragili e i malati. Avere la delega alla Sanità per un consigliere comunale non è solo una spilla da appendere ma un dovere da portare avanti. In questi ultimi due anni tante sarebbero state le iniziative da poter mettere in campo, alcune le abbiamo suggerite anche noi con il nostro gruppo civico. Purtroppo quando si è più preoccupati della carriera politica che del proprio paese questi sono i risultati. Per noi, Montalto e Pescia sono più importanti. L’assistenza sanitaria è un diritto di tutti, la tutela della salute è un dovere di tutte le istituzioni e gli organismi competenti. Nessuno escluso».
Intanto, invece, a Tarquinia la si
tuazione, dopo le proteste degli utenti, si è sbloccata a tempo di record. Almeno stando a ieri.
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