Attacco frontale della lista civica “Il Paese che Vorrei” alla giunta Tidei, per le lungaggini sull’indizione della consultazione popolare «Oggi un consiglio comunale per modificare il regolamento per i referendum»
SANTA MARINELLA – Attacco frontale della lista civica Il Paese che Vorrei alla giunta Tidei, per le lungaggini sull’indizione dei referendum contro i project financing. In questa occasione, i responsabili del gruppo civico, indicano quali sono i paletti che l’amministrazione comunale intende mettere per dar vita alla tornata elettorale.
“Questa amministrazione – dice Lorenzo Casella – sta ostacolando lo svolgimento dei referendum consultivi sui project financing con tutti i mezzi non immaginabili. Oggi alle 18 è indetto un consiglio comunale con l’intento di modificare il regolamento per i referendum approvato da questa amministrazione a inizio mandato. Vogliono ridurre i tempi di insediamento e preparazione del seggio e delle schede referendarie. La preparazione del seggio verrebbe effettuata la mattina stessa delle elezioni e non il giorno prima come di regola, contraendo di conseguenza l’orario e quindi il tempo utile alle operazioni di voto, con il rischio di seri problemi di organizzazione, gestione e controllo. Vogliono modificare la scelta dei garanti. Le figure previste sono il Prefetto o un suo delegato, l’amministrazione vorrebbe invece utilizzare il segretario comunale, una figura, ricordiamolo, scelta dal sindaco. Vogliono riunire i seggi in un unico luogo, il Palazzetto dello Sport, scoraggiando così la partecipazione, attraverso la necessità di prendere la macchina e l’inevitabile disagio di recarsi, cittadini di Santa Severa inclusi, presso un unico seggio. Vogliono modificare la finestra temporale in cui è possibile svolgere i referendum e anticipare i tempi della campagna referendaria, con il rischio reale che possano essere indetti in un periodo ancora di restrizioni dovute alla pandemia”.
Il Paese che Vorrei sostiene che in maniera arbitraria e senza un confronto con le parti sociali interessate, l’attuale maggioranza voglia fare tutti questi cambiamenti mentre le procedure dei referendum sono in corso. “Le giustificazioni addotte – conclude Casella – sono quelle relative al costo, al costo di cosa? Di una scelta popolare sul futuro del nostro paese? Dov’è il rispetto per i cittadini? Dov’è il rispetto per gli strumenti di democrazia partecipata? La commissione tra i capigruppo consiliari indetta per i referendum, si è espressa contraria a questi cambiamenti”.