CIVITAVECCHIA - La Uoc Cardiologia dell’ospedale San Paolo sta ultimando i preparativi per il grande salto: più servizi per l'utenza e meno trasferimenti verso Roma.

"Stiamo ultimando i lavori - ha spiegato il responsabile del reparto il dottor Sergio Calcagno - per la cardiologia interventistica, dovrebbero finire per metà marzo. In un primo momento agiremo in elezione, quindi su pazienti ricoverati o provenienti dagli ambulatori. Il servizio sarà attivo per 6 ore, 3 volte a settimana".

Cosa cambierà per i pazienti? Se dovesse capitare un infarto di tipo n-stemi sarà ricoverato e gestito al San Paolo, se invece si dovesse trattare di un infarto di tipo stemi, non essendo la cardiologia in rete, dovrà essere trasferito a Roma.

"La gran parte degli infarti - ha aggiunto Calcagno -, quindi, non dovrà più essere trasferita a Roma ma potrà essere trattata qui. Stiamo formando 4 emodinamisti ed è nostra intenzione, entro il 2022, passare ad h12 per poi fare domanda, nel 2023, per entrare in Rete. Così facendo nessun utente del territorio dovrà più andare a Roma. A quel punto la cardiologia di Civitavecchia sarà in grado di assistere il paziente a 360°. Si tratta di un progetto importante che stiamo cercando di sviluppare da anni. Tutto questo - ha sottolineato - ci è stato consentito dalla boccata di ossigeno arrivata con i nuovi ragazzi. Ora in reparto siamo 12 cardiologi più 2 specializzandi, 5 sono emodinamisti. Abbiamo anche aumentato l’offerta ambulatoriale del reparto, aggiungendo diversi servizi dedicati. Il primo mercoledì del mese (la novità parte proprio oggi, ndr) ci sarà un ambulatorio dedicato agli scompensi cardiaci, il mercoledì successivo ci sarà quello dedicato all’ecocardiografa avanzata, poi l’ambulatorio dedicato all’ischemia cardiaca e, l’ultimo mercoledì del mese, quello per la fibrillazione atriale".

Per quanto riguarda invece le prestazioni rimaste in arretrato durante le fasi più acute della pandemia è in atto un piano di recupero per 926 ore entro il 2022. Si sta lavorando molto anche sulla telemedicina che, in una prima fase, sarà utilizzata per le fasi più burocratiche ma gli utilizzi sono molteplici. Si può, ad esempio, controllare e monitorare costantemente i pacemaker dei pazienti, senza che debbano recarsi in ospedale. Ad esempio si sta utilizzando la telemedicina per consulti cardiologici negli istituti comprensivi cittadini ai medici delle carceri.

Inoltre la cardiologia è salita a 16 posti letto, 4 di terapia intensiva e 12 di sub intensiva, 4 saranno dedicati ai pazienti dell’emodinamica. Nei letti è stata anche implementata la possibilità di ventilatori per respirazione non invasiva, essendo la comorbidità comune nei cardiopatici.

"Ci stiamo muovendo con la dovuta calma - ha concluso Calcagno - nell’apportare questi cambiamenti in modo da poter notare eventuali difetti organizzativi. La grossa differenza è stata fatta dall’arrivo dei rinforzi. Ora abbiamo, ad esempio, un cardiologo che si dedica esclusivamente alle emergenze, offriamo consulenze real time. Siamo giunti alla possibilità di fare questi importanti passi perché la base era solida, doveroso un ringraziamento all’ex primario Marco Di Gennaro che ha gettato le fondamenta per questa nuova cardiologia".

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