CORTE D’ASSISE D’APPELLO Sconto di 5 anni per il giovane accusato di aver ucciso la maestra 91enne di Tolfa Omicidio Diva Compagnucci: ridotta la pena per Sergej Malaj
TOLFA – Ridotta di cinque anni la pena per Sergej Malaj, l’autore dell’efferato omicidio avvenuto a Tolfa, il 26 ottobre 2019, quando uccise la 91enne Diva Compagnucci, la maestra conosciuta e amata da tutto il paese.
È quanto deciso ieri mattina dalla Corte d’Assise d’Appello dove sono state discusse le impugnazioni rispetto alla sentenza dello scorso anno, che aveva stabilito per l’uomo la condanna a 24 anni di reclusione ai quali aggiungere, una volta espiata la pena, altri tre anni con l’applicazione di una misura di sicurezza presso una Rems. La richiesta della difesa dell’uomo – che aveva considerato sproporzionata la condanna del marzo 2021- era quella relativa alla derubricazione del reato, in omicidio preterintenzionale o colposo. La Corte ha però mantenuto l’imputazione per omicidio volontario ma giudicato prevalenti e non equivalenti le circostanze attenuanti.
«Non ci aspettavamo una simile decisione – ha commentato l’avvocato Patrizia Bisozzi, legale di parte civile che assiste le figlie della donna – soprattutto per il comportamento processuale di Malaj che non ha dimostrato mai un effettivo pentimento. Aspettiamo i sessanta giorni per il deposito delle motivazioni per capire cosa abbia portato alla decisione di ridurre la pena di cinque anni».
L’omicidio della maestra gettò nello sconforto l’intero paese, soprattutto per la sua efferatezza. La donna venne uccisa all’interno della propria abitazione, a viale Italia, dopo aver fatto entrare il ragazzo, allora venticinquenne, non immaginando cosa potesse accadere. Malaj, secondo quanto emerso nell’immediatezza dei fatti dalle indagini coordinate dalla Procura di Civitavecchia – che portarono in poche ore al suo arresto – una volta entrato in casa chiese del denaro alla maestra; incassato il rifiuto avrebbe quindi reagito fracassandole il cranio, prima di darsi alla fuga con alcuni soldi in contanti trovati all’interno dell’abitazione e qualche oggetto in oro, poi venduto a un Compro oro di Civitavecchia.
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