Dal nodo erosione, ai mega concerti sull’arenile. La Regione però ha stanziato fondi «La Palude sparirà, fate presto» L’Sos da uno dei fondatori del sito
LADISPOLI – Spiagge divorate sotto i colpi dalle mareggiate. A Ladispoli e Cerveteri le onde continuano ad avanzare. E i rischi ci sono pure per i simboli naturali, come la Palude di Torre Flavia. Un’oasi protetta, celebrata in tutte le salse. L’altra mattina anche nella scuola Corrado Melone con l’intervento di politici, ambientalisti e con i bambini sempre affascinati dalle bellezze del sito. C’è chi ha tirato fuori il problema dell’erosione che preoccupa non poco. «Sono in pensione ormai – si presenta così Stefano Panzarasa prendendo il microfono di fronte ai presenti – e perdonatemi se dirò qualcosa che non è di vostro gradimento in un giorno di festa. Frequento la Palude da 40 anni, il perimetro nel 1997 l’ho disegnato io. Corrado Battisti, attuale gestore, mi dice sempre che sono il papà della Palude, assieme a Francesco Mantero. Se ci fossero stati interventi delle forze di polizia in quegli anni, opere abusive non sarebbero sorte degradando la zona». Le minacce per l’ambientalista però non sarebbero concluse. «Esempio – prosegue – il molo che ha collegato Torre Flavia alla terra ferma ha creato un fenomeno di erosione costiera pazzesca, per cui a breve la Palude potrebbe scomparire. L’erosione sfonderà la duna che la protegge, le acque dolci se ne andranno a mare. Gli vogliamo tanto bene a questa Palude, ma tuttora non c’è nessun intervento di rinascimento né della Regione, né di Città Metropolitana». Parole pesanti quelle di Panzarasa lanciate dal giardino della scuola per evidenziare le “aggressioni” esterne di questo bene prezioso, anche se in realtà la Regione ha riservato diverse centinaia di migliaia di euro per il prossimo anno contro l’erosione, e Palazzo Valentini sta riqualificando la Palude con 300mila euro. «Elenco il distributore di benzina nella parte verso Cerveteri – prosegue – il mega concerto di Jovanotti che si ripeterà creando disturbo all’avifauna migratoria sperando che le ruspe non passino sulle dune di fronte a dove nidifica il fratino. Tra poco resteranno solo i bellissimi convegni ma la Palude non ci sarà più.
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