l’intervista Silvia Marongiu si racconta a 360 gradi: dal sociale alla “carriera” politica «Sempre guidata dall’entusiasmo»
Silvia Marongiu candidata a sindaco per il centrosinistra a Ladispoli, partiamo dall’inizio però. Cosa l’ha fatta scendere in politica?
Per cambiare ci vuole coraggio ed io lo faccio da tutta la vita. Per me è fondamentale prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo. Sono sempre stata guidata dall’entusiasmo e sono una persona appassionata: il mio desiderio di ascoltare e di comunicare con tutti in maniera profonda mi ha aiutato ad andare avanti. Per queste ragioni mi impegno per la mia città: dal mondo dell’associazionismo, alla scuola e alla politica dove le azioni fanno la differenza sulla vita di tutti. La politica non è solo programmazione e strategia; è un modo di guardare il mondo e mettersi a servizio. Come ribadisco spesso è umanità, empatia e ti deve piacere l’umanità per occupartene seriamente.
Ladispolana d’adozione, ormai la città balneare può definirsi casa sua e per questo motivo sono tante le attività che lei nel corso degli anni ha svolto a sostegno della città e della sua popolazione
Molti anni fa ho lasciato la mia terra per andare a cercare il mio posto nel mondo e finalmente l’ho trovato nel 2003 qui, a Ladispoli, la città che ho scelto e che amo profondamente. Essendo una pendolare come tanti cittadini, ho sempre avuto il desiderio di compensare con un impegno fatto di attenzione e di cura nei riguardi del territorio che non tutti hanno la possibilità di vivere pienamente. Oltre alla naturale curiosità, sin da subito ho partecipato e promosso molte iniziative dove ho conosciuto persone con le quali ho instaurato quei legami che hanno portato ora a questa candidatura. Tante le mie attività in ambito di integrazione, cooperazione, programmazione europea; inoltre battaglie in termini di diritti, parità di genere e legalità. Tutti i cittadini hanno un potere nascosto che li distingue dai sudditi e che deriva dall’esercizio di partecipazione collettiva e corresponsabilità, pilastri essenziali per costruire l’identità delle città.
Non possiamo dimenticare il grande impegno per il sociale e soprattutto per le donne ….
Sociale, donne, lavoro e famiglia sono argomenti tra loro collegati. Il mio lavoro è molto stimolante e consiste nell’accompagnare le aziende in Borsa e l’Amministratore Delegato dell’agenzia di comunicazione per la quale collaboro è anche lei una donna. La peculiarità di saper tenere insieme molte cose risiede infatti proprio nella natura femminile, anche se devo dire per onestà culturale che ci sono molti uomini (a partire da mio marito) che sono altrettanto bravi. Comunque per rispondere alla sua domanda, quella del sociale e dell’emancipazione femminile sono questioni che mi stanno particolarmente a cuore: partendo da una mozione sul femminicidio ho contribuito a far nascere un movimento di donne che hanno avviato un percorso importante per la nascita dello sportello antiviolenza distrettuale sino alle battaglie per il rafforzamento dei consultori e l’imminente apertura di un centro antiviolenza, punto di riferimento per il nostro territorio. Lavorare in sinergia per me è fondamentale. Mi ispiro da sempre alle ventuno costituenti che hanno messo le basi per leggi fondamentali per la vita quotidiana della nazione e che, pur appartenendo a schieramenti politici differenti, sono state in grado di fare un gioco di squadra su temi come uguaglianza, famiglia, parità salariale, etc.
Tornando all’impegno politico all’interno del Partito democratico e alla sua candidatura a sindaco, già cinque anni fa all’interno del Pd lei aveva partecipato alle primarie con quello che poi fu il candidato a sindaco Marco Pierini. Cosa è cambiato da lì?
Le elezioni primarie sono da sempre uno strumento che fa parte del dna del Partito Democratico. Nel 2017 da primarie di coalizione sono diventate primarie di partito. In quella fase le ho vissute come una competizione a costruire e non come un posizionamento o una conta di tifoserie. Successivamente abbiamo attraversato il tunnel della sconfitta elettorale e ci siamo messi in discussione, cercando di riassorbire la spaccatura ed accogliendo la sfida di rilanciare l’azione del cambiamento. In questi anni sono cambiati partecipazione e modo di porsi a disposizione: dal lavoro del direttivo a quello dei responsabili tematici e dei militanti. Il Covid poi ha scavato un vuoto immenso e una frattura nel tessuto sociale della comunità. Ringrazio tutti i membri del circolo Pd di Ladispoli, capaci di mettersi in gioco ogni giorno con passione e competenza al servizio della città.
Ora, a distanza di cinque anni, nel centrosinistra abbiamo due candidati a sindaco. Anche questa volta si era valutata la possibilità di andare a primarie, ma alla fine si è optato di percorrere due strade diverse. Questa cosa secondo lei potrebbe creare delle difficoltà?
Assolutamente no. Guiderò una coalizione ampia ed inclusiva (Pd – Movimento Cinque stelle – Europa Verde – Articolo 1 – Rifondazione Comunista – Ladispoli nel cuore – Con Silvia Per Ladispoli); presentiamo una proposta politica elaborata con la consapevolezza e con l’obiettivo di rilanciare la città e il suo tessuto economico e sociale, dopo anni difficili. Il consenso si catalizza con un progetto chiaro ed innovativo. Mi sono messa a disposizione per costruire un nuovo pezzo di storia della città. Avevamo iniziato lavorando ad un campo unitario plurale, progressista ed allargato. Poi le strade si sono divise. Per la democrazia è un bene, siamo un mosaico di pluralità.
In questi cinque anni, e soprattutto ora che le amministrative si avvicinano, si parla spesso di cementificazione e si punta il dito all’attuale amministrazione comunale, ma anche negli anni precedenti, quando al governo c’era il centrosinistra, il tema “cemento” era sempre presente. Non è che questo discorso è solo utopia?
Lo sfruttamento del suolo è un problema con cui dobbiamo fare i conti. Il suolo non deve essere considerato come risorsa geografica dove allocare le strutture ma come un contenitore comune e condiviso tra amministrazione, soggetti economici e sociali. Sul tema cemento spesso si utilizzano slogan che non vengono poi mantenuti: tutti noi ricordiamo la durezza dell’attuale amministrazione su questo argomento durante la campagna elettorale del 2017. Durezza successivamente dissoltasi in un’accelerazione all’incremento edilizio. Basti vedere il cambiamento in corso della fisionomia del centro storico o la riduzione di spazi verdi. Quando sono arrivata a Ladispoli i servizi erano in via di sviluppo, vivendo in seguito un boom di cui tutti i ladispolani hanno usufruito. Ora quel modello, l’abbiamo capito da tempo, non è più attuale. Non basta piantare qualche albero per dirsi ecologisti. Sicuramente non sarà sufficiente per rendere attrattiva Ladispoli, che per disposizione geografica può essere la città più green del litorale romano. E green significa sviluppo di qualità per tutti. Forse è per questo che alcuni imprenditori hanno deciso di passare dall’altra parte.
Che tipo di sviluppo immagina per Ladispoli?
Immagino una città pulita, sostenibile, in grado di favorire l’energia rinnovabile, autosufficiente e a totale impatto zero. E questa non è fantascienza o utopia ma è già realtà e molte città si stanno evolvendo per raggiungere questo traguardo. Andiamo all’estero e vediamo la differenza, andiamo a Milano e rimaniamo affascinati da come riesce ad integrare servizi e sostenibilità. Anche le piccole azioni possono contribuire: dagli scuolabus elettrici, alle ciclabili, passando poi per un sostegno alle attività produttive e al commercio per far sì che possano adattarsi al cambiamento che altrimenti le vedrebbe indietro. Un Viale Italia per le famiglie e non solo per il passaggio o il consumo veloce. Una Ladispoli verde, attrattiva e partecipata. Una città intelligente, che sappia integrate il benessere economico alla sostenibilità ambientale non lasciando nessuno escluso. Siamo pronti per fornire un’amministrazione finalmente all’altezza delle sfide del futuro. Lo faremo con uno sguardo aperto ed inclusivo perché per guidare la nostra città non si può essere “soli al comando”. Oggi come ieri sento il desiderio di difendere i diritti e le conquiste di una comunità che merita tutto l’amore e l’impegno di cui sono capace.
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