Il sindaco Tidei gongola: «La maggioranza dei cittadini ha voluto esprimere la fiducia nelle scelte e nelle opere di questa amministrazione» Referendum, al voto solo il 16,13% degli aventi diritto
SANTA MARINELLA – Le questioni amministrative inerenti l’attività del Comune sembrano essere un problema secondario per i residenti della Perla. Domenica, infatti, per la prima volta nella storia di questa cittadina, si è tenuto un referendum consultivo. Tra i quesiti presentati, c’erano beni comunali che il comitato Santa Marinella Bene Comune chiedeva che non fossero inseriti in alcuni project financing presentati d’attuale maggioranza del sindaco Tidei. Ad esprimersi, dovevano essere circa 14mila elettori. Ad andare ai seggi, invece, sono state solo 2.500 persone, pari al 16,13% degli aventi diritto al voto. Il Comitato referendario, ovviamente, uno scopo ce l’aveva. Non potendo intervenire con un referendum abrogativo, ha cercato di portare più gente possibile ai seggi, per poter dimostrare al sindaco che una gran fetta della cittadinanza non era d’accordo con le scelte operate dalla giunta Tidei. I quesiti referendari vertevano su beni come lo stabilimento balneare Perla del Tirreno, la farmacia comunale, il nuovo cimitero, le strisce blù e il progetto di realizzare una piazza nell’area dell’ex fungo. Chi non voleva questi project avrebbe dovuto scrivere no. Ed in effetti i no sono stati il 92% di coloro che sono andati al voto, mentre i si hanno ottenuto solo l’8%
. “Quindi – dice un gongolante Pietro Tidei – la stragrande maggioranza dei cittadini ha voluto esprimere la fiducia nelle scelte e nelle opere di questa amministrazione. Il risultato dell’affluenza, ha testimoniato che i promotori referendari non sono riusciti a convincere nemmeno il loro elettorato, 12 tra sigle e partiti, oltre a qualche frangia appartenente alla maggioranza, hanno partorito un 16% di affluenza, l’84% ha invece dimostrato di credere nella volontà del lavoro di questa amministrazione. I cittadini hanno compreso benissimo che non c’era alcuna svendita o “Sacco di Teodorico”, anzi in meno di quattro anni e con le casse disastrate, abbiamo valorizzato ed aumentato il patrimonio comunale. Come non vedere le scuole ritornate ad essere agibili, gli impianti sportivi quali il Palazzetto dello Sport e lo stadio comunale nuovamente fruibili, una nuova casa comunale, l’acquisizione di un nuovo parco alla Quartaccia, una seconda farmacia comunale”.
“È chiaro che – continua il sindaco – aumentando il patrimonio aumentano le spese di gestione e, con il dissesto ereditato, per qualcosa si è scelto di condividere la sola gestione con il privato ma sempre mantenendone la proprietà. Spero che ora, anche di fronte ai numeri, impietosi per qualcuno, si possa smettere con la propaganda e la demagogia e iniziare un dialogo sereno e propositivo. Facciamo comunque i complimenti alle donne e agli uomini del comitato referendario e ai cittadini che si sono impegnati per questa giornata di democrazia con serietà e senza fini polemici”.
“Rimango propositivo – conclude Tidei – con tutti coloro che vorranno presentare idee e progetti costruttivi. Declino altresì ogni forma di strumentalizzazione e demagogia che non sia d’aiuto agli interessi della collettività e del bene comune”.
Ma non tutti hanno accettato la lettura dei dati da parte del sindaco. “Caro Sindaco – scrive il professor Alessio De Luca via social – è anche vero che se 2.500 persone si sono espresse, considerando che molti cittadini di Santa Marinella sono di Roma e non sono venuti a votare, forse si dovrebbe tener conto del parere espresso, che mi sembra sia stato un no netto ai quesiti proposti dai cinque referendum. Glielo dico da cittadino e da insegnante di matematica e fisica, i numeri sono importanti per capire in questo caso le richieste e necessità dei cittadini, oltre che per la gestione serena di una comunità. Far finta che il referendum non sia servito a nulla mi sembra sciocco, se le sue proposte fossero realmente piaciute ai santamarinellesi, credo che i risultati sarebbero stati più equilibrati o sbilanciati verso il si. L’astensione, non significa che l’84% dei cittadini sia d’accordo con le sue scelte amministrative”.