DDL Concorrenza: la protesta esplode sulle banchine
CIVITAVECCHIA – «Alcuni emendamenti sul sistema portuale, presentati in Senato al Disegno di Legge sulla Concorrenza, rischiano di creare gravi difficoltà alla governance dei porti e soprattutto ai lavoratori». È la denuncia che arriva da Bruno Astorre senatore e Segretario Pd Lazio e Rocco Lamparelli, responsabile mobilità Pd Lazio, intervenendo sul provvedimento attualmente in discussione a Palazzo Madama. «In particolare gli emendamenti presentati da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva – hanno spiegato i dem – che vogliono abolire il divieto di interscambio di manodopera tra concessioni in capo ad uno stesso soggetto all’interno dello stesso porto. La reputiamo una proposta che mina i principi di concorrenza e flessibilità su cui si fonda il mercato regolato del lavoro portuale. Ci auguriamo, inoltre, che altri emendamenti, presentati da le stesse forze politiche, che assegnano competenze sul governo della portualità ad Art, Anac e Agcom, sottraendole di fatto al ministero dei Trasporti e della Mobilità sostenibili, complicando e burocratizzando di fatto la gestione del sistema portuale, non vengano approvati nell’interesse generale del sistema portuale nazionale».
E sulle banchine esplode la protesta.
«Siamo esterrefatti e molto arrabbiati – spiega il presidente della Compagnia portuale di Civitavecchia Patrizio Scilipoti – queste proposte normative vogliono cancellare, con disprezzo, il nostro grande sacrificio che, nei due anni di pandemia, ha permesso di tenere in piedi il sistema logistico-portuale garantendo l’approvvigionamento della nostra nazione. Alcune senatrici e senatori, infatti, vorrebbero deregolamentare il mercato regolato del lavoro portuale andando ad abrogare il divieto di interscambio di manodopera e la regolamentazione dell’autoproduzione. Un’inconcepibile volontà di colpire mortalmente, e di smantellare, il Pool di lavoro temporaneo ex articolo 17 l.n.84/94. Di contro a questi, fortunatamente, l’onorevole Davide Gariglio insieme al Pd, sono fermamente contrari a tali modifiche senza senso e si stanno adoperando ad ogni livello per difendere il sistema ed il lavoro portuale». Per Scilipoti è quindi chiaro che queste proposte normative «devono essere ritirate, senza se e senza ma, altrimenti si rischia – ha aggiunto – un inutile e pericoloso conflitto sociale nelle banchine portuali italiane. Ancor più grave poiché il tutto è contestualizzato nella difficile ripresa dalla crisi pandemica e durante una guerra di cui ancora non ne conosciamo le conseguenze. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità, perché noi siamo pronti, in ogni dove, a difendere la dignità del nostro lavoro. Noi non faremo mai un passo indietro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA