Il ricordo di chi conosceva la vittima: persona gentile e sensibile che voleva realizzare i suoi sogni Una donna solare e intelligente che frequentava l’istituto Calamatta
Una ragazza solare, intelligente, buona. Così Inirida Roa, la 45enne venezuelana trovata morta nella sua casa di via Fratelli Cervi viene descritta da chi la conosceva, da chi l’ha frequentata e ha avuto modo di apprezzare le sue qualità umane.
La donna, che in Venezuela aveva due sorelle, una giudice l’altra dentista, era «ben voluta nel quartiere» raccontano i vicini, «mandava messaggi WhatsApp alle signore anziane del quartiere con buongiorno e buonanotte prima di dormire».
Una persona gentile e sensibile, sempre pronta a dispensare una parola di conforto: Inirida, madre di due figli, negli anni si è fatta apprezzare a Civitavecchia per via del suo carattere buono.
La notizia della sua morte ha colto tutti di sorpresa. «Ha commesso un grave errore, non avrebbe mai dovuto ritirare la denuncia che aveva presentato per aggressione». Chi lo afferma la conosceva abbastanza: la 45enne venezuelana non era tipo da starsene con le mani in mano. In Italia si è sempre data da farfe, Aveva mille idee, sapeva che la realizzazione dei sogni passa attraverso l’istruzione.
Per questo motivo Inirida Roa è tornata a scuola. Lei che in Venezuela aveva compito un percorso di studi di tipo universitario, nell’ingrato gioco dell’equiparazione dei titoli, una volta in Italia si è ritrovata con la semplice licenza media.
Ma non si è data per vinta. Si è iscritta di nuovo a scuola, ai corsi serali organizzati dall’istituto Calamatta e stava frequentando con impegno il quarto anno. Tanto impegno e chilometri di speranza per una donna alla quale la vita di sicura non ha regalato niente. Una speranza che ieri è morta proprio insieme a lei e ai suoi sogni in un appartamento di via Fratelli Cervi, il suo appartamento, quello in cui si sarebbe dovuta sentire protetta ma che invece si è trasformato nella sua tomba.
©RIPRODUZIONE RISERVATA