Due gravi incidenti nell’ultima settimana hanno riacceso i riflettori sulla strada statale «L’Aurelia è pericolosa: si intervenga»
LADISPOLI – Incroci pericolosi, fermate degli autobus senza coperture e poi gli attraversamenti selvaggi degli automobilisti. Proprie le continue manovra azzardate negli ultimi giorni hanno provocato due incidenti praticamente nello stesso punto della via Aurelia, al chilometro 36, a non molta distanza dal bivio per la frazione ladispolana di Olmetto Monteroni. Il bilancio alla fine è stato di sei feriti, per fortuna senza gravi conseguenze per nessuno. Ma torna prepotentemente alla ribalta il tema sulla sicurezza in un’area teatro di passate sciagure. E nonostante gli avvenimenti anche recenti, spesso i conducenti di auto e moto, in viaggio verso la Capitale, anziché raggiungere Marina San Nicola per l’inversione di marcia, preferiscono oltrepassare la doppia striscia continua per fare rifornimento di carburante al distributore, oppure svoltare nelle campagne come Olmetto. Il comitato locale torna a sollevare il caso. «Sono stati buttati finora cinque anni – parla Massimo Renna, il presidente – senza che si sia trovata una soluzione urbanistica valida per questa frazione di Ladispoli, anzi peggiorandola con delibere di Consiglio sbagliate e corrette con ulteriori sbagli. Senza dimenticare il degrado del territorio bersagliato dagli abbandoni di rifiuti e dalla scarsa sicurezza, come appunto nel caso dell’accesso all’Aurelia per il quale da anni esiste una proposta mai presa in considerazione». I cittadini protenderebbero la realizzazione di un rondò o di una complanare. «Il progetto – aggiunge – nel nostro caso si baserebbe su una corsia di accelerazione e una di decelerazione per limitare il caos. La fermata del pullman potrebbe anche essere spostata di alcuni metri e migliorata per l’incolumità di pendolari e residenti. Comune, Anas e Cotral si incontrino per affrontare i vari temi». Allarme anche su altre zone. «Un pericolo continuo qui – conclude Renna – anche per i residenti che vivono in via Procoio di Ceri, una strada che con gli allagamenti si trasforma in una trappola per gli automobilisti e anche per chi guida i mezzi di soccorso».
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