OPERAZIONE GRANDFATHER Fissata l’udienza preliminare per il 30 giugno Presunti maltrattamenti nella rsa: chiesto il rinvio a giudizio per tre infermieri
SANTA MARINELLA – Saranno solo in tre, dei 17 inizialmente indagati, i dipendenti della Rsa Santa Marinella, che il 30 giugno dovranno presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare per le presunte atrocità commesse in danno di alcuni anziani, ospiti della struttura per anziani di Santa Marinella.
Dopo mesi di indagini e la chiusura di queste ultime, il pubblico ministero Federica Materazzo ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Paola Petti il rinvio a giudizio per Roxana Pilar Rosa Carrion, Giorgio Coccia e Alessandro Pisu, i tre infermieri dipendenti della residenza sanitaria assistenziale che per mesi sono stati oggetto di indagine,anche attraverso alcune telecamere messe appositamente nella struttura dai Carabinieri, a seguito di una denuncia di presunta violenza nei confronti di alcuni ospiti della struttura. L’udienza preliminare è in programma per il 30 giugno prossimo nell’ambito di quella che venne definita “Operazione Grandfather”. Le indagini presero avvio nel 2018 quando alcuni famigliari degli anziani presenti nella struttura si rivolsero proprio ai Carabinieri della locale stazione per denunciare maltrattamenti subiti dai loro parenti. La Procura incaricò per le indagini i Carabinieri di S. Marinella con il supporto della Compagnia di Civitavecchia. Con uno stratagemma, i militari riuscirono a posizionare videocamere e microspie in diversi ambienti, dove era ricoverato l’anziano i cui parenti avevano sporto denuncia, nella sala ricreazione e nella sala mensa e la medicheria. Videocamere che avrebbero immortalato per mesi le cattiverie, le malvagità e le umiliazioni di alcuni dipendenti nei confronti di diversi anziani.
Secondo l’accusa gli anziani venivano lasciati in stato di abbandono all’interno della sala ricreazione e delle camere di degenza, in particolare sarebbero stati lasciati per diverse ore con i pannoloni sporchi, sarebbero stati alimentati con l’uso di siringhe contenenti cibo frullato che veniva spinto con violenza nella loro bocca quasi fino a farli soffocare; agli anziani ospiti sarebbero stati somministrati anche benzodiazepine e antipsicotici al di fuori delle prescrizioni mediche.
Gli ospiti della rsa sarebbero stati inoltre legati ai letti con le lenzuola; sarebbero stati umiliati con frasi offensive e derisorie e, in taluni casi, percossi e costretti a condizioni di vita penose. Dunque, da quel 17 giugno quando vennero alla luce quellepresunte violenze che portarono ai 17 avvisi di garanzia emessi dal magistrato Federica Materazzo, solo per tre di loro è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. Così come limitate saranno le parti lese ammesse. C’è però rabbia da parte dei parenti di alcuni anziani che si erano costituiti parte civile, che si sono visti archiviare la loro posizione. In particolare, i figli dell’anziano 93enne Francesco D’Angelo, malato di Alzheimer che sarebbe stato colpito da un pugno. Il suo nome non figura nella lista ammessa per le parti lese. “Come è possibile non ritenere parte lesa nostro padre, che peraltro nel gennaio scorso
è deceduto?», domandano i figli dell’anziano.
Ma è il legale dei D’Angelo ad assicurare l’opposizione all’atto di archiviazione. “Sinceramente è una situazione assurda – commenta l’avvocato Andrea Macioci – sto attendendo la notifica della richiesta dell’archiviazione da parte del pubblico ministero, poiché ho richiesto espressamente di essere notiziato sulla richiesta di archiviazione, dopo di che farò opposizione alla richiesta stessa, eventualmente indicando nuovi elementi di indagine al fine di far proseguire l’inchiesta, perché non è giusto non considerare le violenze subite dal signor D’Angelo. Comunque noi non ci fermeremo, andremo avanti con l’opposizione a questa richiesta. Attendiamo con ansia di sapere per iscritto i contenuti e le motivazioni della richiesta di archiviazione”.
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