L'INTERVISTA Dal Ladispoli alla Lazio, dalla Primavera della Juventus alla serie C con la maglia del Sora Alessandro si è tolto molte soddisfazioni Il sindaco-calciatore Grando, da difensore nei professionisti a primo cittadino della sua città
Un sindaco oggi, calciatore ieri. È la storia di Alessandro Grando, primo cittadino di Ladispoli, a conclusione del suo mandato che vuole ripetere.Saranno le urne il 12 giugno prossimo a decidere l’esito, così come è stato nella sua carriera da calciatore nei professionisti, con la rottura del tendine che l’ha costretto a frenare le sue ambizioni.Quanto è accaduto ad Alessandro Grando, sindaco di Ladispoli, in pochi ci crederanno. A 34 anni si è candidato per concorrere a sindaco di Ladispoli, diventandone il governatore, pochi anni prima era un terzino di buone speranze anche se la fortuna gli ha voltato le spalle. Da ragazzino, a 15 anni, si trasferisce alla Lazio. Segue il passaggio nella Primavera della Juventus e una convocazione nella prima squadra di Lippi e Del Piero. Un brutto infortunio al tendine d’achille ridimensiona i suoi obiettivi, tanto da ricominciare dalla serie C, da Sora.

«Era il 2003 – racconta Grando – ho ripreso a giocare in molte società di C, tra queste Lodigiani, Viterbese e Reggiana. Facevo fatica a conquistarmi un posto da titolare nei primi momenti, tutto legato al problema del tendine, dal quale non riuscivo a venirne fuori. A Gela in C2 feci 26 presenze, segnando due reti. Mica male per uno reduce da un periodo nero. Mi ero ripreso, anche moralmente non dico avessi toccato il cielo con un dito, ma avevo l’adrenalina a mille».Fino poi arrivare a Cassino dieci anni fa, per poi concludere la carriera, seppur giovane, a Salerno in serie C. «A Cassino – spiega – devo dire che mi sono trovato molte bene. Conservo dei bei ricordi. Smisi di giocare presto dopo essere stato fuori di casa da quando avevo 15 anni. In me, non lo nascondo, il desiderio era di arrivare in serie A. Il destino però ha disatteso le mie aspettative, ma sono comunque soddisfatto di essere quello che sono».Anche perché qualche anno dopo, nel 2017, il tempo, come recita un detto, è stato galantuomo. Alessandro Grando viene candidato a sindaco di Ladispoli nelle file del centrodestra. Non era dato per vincente, ma al ballottaggio riesce a superare nettamente il candidato di centrosinistra. Una vittoria che ha il sapore di un gol, anzi di una promozione.«Credo proprio di sì – continua Grando – non me lo sarei mai aspettato, ma questa volta il destino è stato generoso. Sono diventato sindaco dalla mia città, Ladispoli, che tanto amo e per la quale vorrei fare tanto. Il fatto di aver girato come calciatore mi ha formato come uomo, maturandomi anche sotto il profilo culturale. Sono esperienze che oggi mi ritrovo, mi danno la forza di credere in quello che faccio. Essere sindaco, e soprattutto gestire una città di oltre 40mila abitanti come Ladispoli, non è la stessa cosa che marcare un attaccante. Ogni giorno ti devi confrontare con una città, con le difficoltà quotidiane. Ma per uno come me, a cui piacciono le sfide, è stato entusiasmante questa esperienza».

A 39 anni, ancora giovane, è pronto a rimettersi in campo. «Per la mia città – conclude Alessandro Grando – per continuare l’impegno di amministrarla bene e con serietà, come credo abbiamo fatto da cinque anni a questa parte. Mi aspetta una finale, la voglio vincere con i miei cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA