L’uomo finito alla sbarra per la terza volta in due anni Stalking, prima la ex e poi le sue amiche: prof ancora condannato
LADISPOLI – Altri due anni inflitti dal giudice ad un ex professore di Ladispoli e Cerveteri già condannato in passato per atti persecutori verso la sua ex moglie a 2 anni e 7 mesi in primo procedimento e poi anche a 2 anni e 8 in un secondo. Stavolta il 58enne è finito a processo per aver stalkerizzato anche le amiche e le colleghe di scuola di lei.
Eppure l’incubo sembrava fosse finito per la donna, anche lei insegnante, quando i carabinieri arrestarono anni fa l’ex marito. Ma a quanto pare non era la sola ad essere perseguitata considerando i numerosi testimoni che nel corso del tempo hanno sfilato in aula di tribunale a Civitavecchia. La dirigente del plesso, un’altra maestra, l’amica, hanno confermato tutto accusando l’uomo che, evidentemente, non ha mai accettato la fine della relazione. Le cose sono peggiorate perché lo stalker ha iniziato ad importunare persino i legali delle vittime, i parenti, giornalisti e forze dell’ordine con mail, raccomandate e lettere denigratorie. Come quella arrivata nella scuola di lei: «Dovete sospendere mia moglie, deve essere sottoposta ad una perizia psichiatrica». O quando si è presentato in una chiesa di Cerveteri durante le messa per suggerire al sacerdote la scomunica della donna.
In classe, in quegli anni, ha continuano tranquillamente ad insegnare ai ragazzi ma non approfondendo la sua materia, bensì dei suoi tormenti interiori. A far scattare la terza condanna in primo grado, sono stati i pedinamenti continui dell’amica della ex che lavora in un’agenzia immobiliare e della collega seguita fin sotto il suo condominio. In un ultimo disperato tentativo, ha presentato vari esposti alle forze dell’ordine per calunniare le sue vittime. Entrambe hanno testimoniato in aula contro di lui così il datore di lavoro dell’agenzia e l’amministratore condominiale dando praticamente la stessa versione dei fatti.
Nell’ultima udienza che si è svolta nel tribunale di Civitavecchia, l’uomo aveva chiesto il rinvio della sentenza per uno «stato ansioso».
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