Terra dei fuochi: tra rifiuti e aumento di malattie tumorali
francesca annovazzi*
Negli ultimi anni l’Italia meridionale, o meglio la regione Campania, è diventata una vera e propria discarica a cielo aperto. È nota come “Terra dei Fuochi” a causa dell’interramento di rifiuti tossici e speciali, della presenza di numerose discariche abusive sparse sul territorio e di roghi di rifiuti che diffondono diossina e altri gas tossici. Pertanto è sempre più frequente l’incremento di casi tumorali o di altre patologie specifiche tra la popolazione locale. Negli anni ’80 fu il biologo e giornalista Angelo Genovese a fare le prime segnalazioni riguardo questo caso, le stesse che furono poi confermate da Carmine Schiavone, collaboratore di giustizia. Le indagini sullo smaltimento illegale di rifiuti tossici vennero aperte nella seconda metà degli anni novanta ed ebbero poi ulteriori sviluppi fino ad oggi. Nel 2007 fu emanato il primo divieto di pascolo e coltivazione in alcuni territori a causa dell’eccessiva presenza di diossina, dovuta non solo i roghi tossici ma anche dalla presenza di alcune fabbriche che diffondevano sostanze nocive h24. Nel 2015 venne scoperto uno sversamento clandestino di rifiuti ad opera della camorra. Nel 2016 la Regione Campania ha avviato una collaborazione con l’istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici e con l’Università Federico ll per maggiori analisi ambientali. Con il monitoraggio aereo sta diminuendo parzialmente la presenza di roghi e discariche abusive, ma purtroppo continuano ad aumentare i casi tumorali specie tra i bambini.
*3B liceo Classico Guglielmotti