Banchina 25, crociere verso l’addio
CIVITAVECCHIA – Il Piano strategico del porto di Civitavecchia sarà al centro della discussione della seduta dell’organismo di partenariato della risorsa mare fissata per il prossimo 19 aprile. Si tratta di un passaggio molto importante per iniziare a tradurre gli indirizzi dell’Adsp, già contenuti nel Pot approvato lo scorso anno, in atti collegati con le prospettive di ripartenza del Network dopo il biennio pandemico. Gli obiettivi da perseguire e le priorità sono molto chiare. Ciò che è emerso, al di là della ripresa contingente del traffico del carbone, e del ritorno a pieno regime o meno dei passeggeri, è che il bilancio dell’Adsp soffre di uno squilibrio strutturale che può essere eliminato con l ‘aumento dei traffici commerciali per almeno 5 milioni di tonnellate di merci all’anno. Altrimenti, lo stato di default tecnico dell’ente sarà destinato a permanere, con la conseguente impossibilità non solo di reperire risorse per lo sviluppo e le infrastrutture, ma anche e soprattutto per la gestione ordinaria dell’Adsp stessa.
In questo contesto, una delle questioni strategiche più rilevanti sul tappeto è quella relativa alla cessazione dell’utilizzo della banchina 25 per le crociere, come del resto è sempre stato previsto fin dall’origine della concessione per Rct. L’attuale vertice dell’Adsp nel 2021 ha posto fine a oltre 15 anni di temporaneità e precarietà, definendo nella piena legittimità le possibilità di utilizzo della banchina 25, garantendo al porto la realizzazione di un nuovo efficiente e funzionale terminal definitivo sull’antemurale, entro il 2025. È una delle priorità che l’amministrazione ha da subito affrontato, nei primi 100 giorni di mandato, ponendo rimedio anche a un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, e dando definitiva soluzione ad un’annosa e rilevante vicenda che tocca direttamente il concessionario, ma ha risvolti importanti per tutto il porto di Civitavecchia. Ora c’è da affrontare il quadro post 2025, per il quale la priorità – per l’ambito crocieristico e non solo – è completare l’antemurale. È allo studio la possibilità che la realizzazione sia affidata al terminalista, con un investimento privato che serva a completare l’opera il più rapidamente possibile. A fronte di un canone concessorio particolarmente favorevole e avendo consolidato un ruolo di leadership nel mercato, a livello nazionale e internazionale, la possibilità che un intervento di rilevanza strategica per lo scalo e per l’attività del terminalista possa essere sostenuto da una forma di partenariato pubblico-privato , non dovrebbe costituire una soluzione impossibile da attuare, contemperando l’interesse pubblico e quello di alcuni dei principali stakeholder del porto.
Al tempo stesso, questo però non può significare pensare di bloccare l’imprescindibile lavoro sulla diversificazione dei traffici, che necessariamente passa attraverso il ridisegno e la razionalizzazione degli spazi e delle banchine del porto, non per garantire il mantenimento del porto di oggi, ma per costruire le opportunità di crescita e sviluppo del porto e della città di domani.
“C’è piena trasparenza e condivisione con tutte le parti coinvolte, come è giusto che sia – afferma il presidente dell’Adsp Pino Musolino – ma il bene comune, rappresentato dalla crescita di tutti i settori, deve essere al centro degli sforzi di tutti quelli che dicono di tenere a cuore le sorti di questo porto”. Nella consapevolezza, come chiarito in precedenza, e come drammaticamente dimostrato dal Covid, che i passeggeri da soli non sono sufficienti a garantire l’equilibrio e la tenuta non solo dei conti dell’Adsp ma del sistema portuale locale nel suo complesso: per raggiungere questo risultato di medio/lungo periodo è indispensabile la crescita dei traffici merci, perseguibile soltanto attraverso un nuovo e diverso approccio rispetto al passato nella pianificazione strategica dello scalo.