Commento al Vangelo Domenica delle Palme
Don Ivan Leto*
La lettura della Passione del Signore nella forma lunga, non facilita certamente la possibilità di portare avanti una riflessione omiletica in questo giorno delle palme, ma è indispensabile almeno introdurci nel clima specialissimo di questa domenica.
Anticamente a Gerusalemme in questo giorno si ricordava con una processione accompagnata da sventolio di rami di palma e di olivo in un clima giulivo il trionfo popolare per Gesù, che entrava in Gerusalemme.
Mentre a Roma si usava leggere la forma completa della passione del Signore per introdurre il clima di sofferenza e di morte che Cristo avrebbe dovuto subire. Poi la liturgia romana abbinò, le due istanze liturgiche: il trionfo e la sofferenza.
È questo carattere gioioso e triste allo stesso tempo che caratterizza la domenica delle palme. Sono anche queste le due piste di una riflessione che voglia cogliere il senso della liturgia odierna, come preparazione alla celebrazione del solenne triduo del giovedì, venerdì e sabato santo passando attraverso il dolore immane della morte per entrare, mediante la risurrezione, nel mondo nuovo della nuova creazione.
Lo sventolio dei rami dei “pueri hebraeorum” e la dura severità del racconto della passione sono più che sufficienti per creare quel clima spirituale nel quale ognuno potrà lavorare disponendoci a celebrare con trasporto il Passaggio del Cristo da questa nostra povera vita mortale alla Nuova Vera Vita inaugurata con la sua risurrezione.
Il racconto della Passione ci invita a riconoscere dove siamo per poter decidere quali passi fare.
*Don Ivan Leto
parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia