Automotive, parla l’ad Baldissara. Oggi solo 5mila vetture in sosta Il settore è in crisi, Automar: «Continuiamo a crederci»
DARIA GEGGI
CIVITAVECCHIA – «L’automotive? Ci abbiamo sempre creduto e continuiamo a crederci». Parola di Costantino Baldissara, presidente e amministratore delegato di Automar e direttore commerciale di Grimaldi Group. La conferma arriva a pochi giorni dalla chiusura del T2, il piazzale per lo stoccaggio e la movimentazione delle auto da parte della società che già nel 2019 aveva dismesso il T3. «Se non tenessimo a questo settore – ha infatti sottolineato – non avrebbe senso neanche il recente investimento di Grimaldi».
Si parla di circa 500 milioni per far costruire almeno cinque car carrier di ultima generazione, con benefici quindi anche per le società satellite, come appunto è Automar. Certo, il momento attuale non è dei migliori. I numeri parlano chiaro e le decisioni prese di recente ne sono la diretta conseguenza. «Fino a qualche anno fa nei nostri piazzali erano presenti oltre 40mila vetture in sosta – ha ricordato Baldissara – oggi ne abbiamo solo 5mila. Questo non vuol dire che le abbiamo trasferite altrove: significa che le auto non ci sono. Basti pensare che solo nella provincia di Roma contiamo oltre 40mila autovetture “pendenti” che non si riescono a consegnare. Gli ordini sono stati fatti, i clienti aspettano, ma le vetture non arrivano». Mancano delle parti, il costo delle materie prime è aumentato, le fabbriche aprono e chiudono. La crisi è globale, ma ci si aspetta un boom, non molto lontano nel tempo, specie in Europa e negli Stati Uniti. In Italia si stimano oltre 20 milioni di autovetture non compatibili con l’ambiente, come spiegato dal manager di Automar; basterebbe iniziare a rinnovare queste per rianimare il settore.
«Difficile pensare, davanti ad un quadro del genere, che chi risiede a Civitavecchia possa risolvere il problema – ha aggiunto Baldissara – ci sono progetti? Conosciamoli. Nessun manager che ha a cuore la propria azienda vuole pesare sui lavoratori». Tra dipendenti diretti ed indiretti – tra cui quelli della Cilp costretta a ricorrere ad un anno di solidarietà – l’automotive in città conta circa un centinaio di lavoratori. «Il nostro obiettivo è non far perdere a nessuno il posto di lavoro – ha concluso l’ad di Automar – bisogna essere realisti ed affidarsi a chi ha competenze ed esperienza per poter superare al meglio questo momento. Abbiamo grande rispetto per i portuali, capisco le loro buone intenzioni, ma occorre essere cauti, coscienti del problema attuale e capire come meglio affrontarlo, per ripartire al meglio». I clienti chiedono più navi, più capacità di trasporto e di stoccaggio: qualche segnale inizia ad intravedersi.
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