In Coena Domini. Lavanda dei piedi indimenticabile per i detenuti e per gli agenti della Polizia penitenziaria Papa Francesco atteso al carcere di Civitavecchia
FABIO MARUCCI
CIVITAVECCHIA – Nessuno conferma, nessuno si sbottona, eppure a Roma, in ambienti molto vicini alla Santa Sede, la notizia sembrerebbe certa: domani Papa Francesco farà visita ai detenuti del carcere di Borgata Aurelia. Inutile cercare conferme tra i vertici dell’amministrazione penitenziaria, nessuno apre bocca. Eppure il giovedì santo di Bergoglio sembrerebbe avere appuntamenti già calendarizzati: in mattinata alle 9.30 la tradizionale Messa Crismale alla basilica Vaticana, nel pomeriggio la visita ai detenuti della Casa Circondariale di Civitavecchia.
In realtà, ad oggi nell’agenda diffusa dalla sala stampa vaticana non è indicata la Messa in Coena Domini (nel corso della quale si teneva il rito della lavanda dei piedi) che Francesco, prima della pandemia, ha sempre celebrato fuori dal Vaticano, in luoghi simbolo come istituti penitenziari o centri per rifugiati.
Ma dopo Velletri e Rebibbia, potrebbe toccare alla struttura cittadina ricevere la visita del Santo Padre.
“Missa in Coena Domini” e tradizionale “Lavanda dei piedi”: Papa Francesco che lava i piedi ai detenuti (e probabilmente anche agli agenti della Polizia penitenziaria) come a ricordare gli insegnamenti di Gesù Cristo, che non è venuto per essere servito ma per servire. Un evento unico, per il quale anche le istituzioni attendono conferme ufficiali. Massimo riserbo sul come il Santo Padre arriverà a Civitavecchia, su come si sposterà e sui luoghi che visiterà (salvo ripensamenti dell’ultima ora), ma la concitazione è tanta per quanto riguarda le fasi organizzative. L’ultimo pontefice ad aver messo piede (in forma ufficiale) in città è stato Giovanni Paolo II il 19 marzo 1987.
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