Port Mobility, torna lo spettro dei licenziamenti
CIVITAVECCHIA – Il coinvolgimento della politica e dell’amministrazione comunale, la convocazione di un apposito tavolo del lavoro, la partecipazione al sit-in al porto da parte di Sindaco, assessori e consiglieri, tutti in campo per scongiurare il possibile licenziamento di 26 unità. L’intervento dell’Adsp e del presidente Pino Musolino per trovare una mediazione. Il lavoro silenzioso dei sindacati – rsu comprese – che si sono seduti al tavolo con la società e, giorno dopo giorno, carte alle mano, numeri, richieste avanzate e fatte recepire non senza difficoltà. Quando la situazione legata al futuro di Port Mobility sembrava essere arrivata ad un porto sicuro, ecco che i lavoratori hanno bocciato l’accordo sindacale sottoposto nei giorni scorsi a referendum.
Il motivo? Non è ancora ben chiaro, anche perché la società stessa si era detta pronta a chiudere con esito positivo la procedura di licenziamento collettivo avviata in data 10 gennaio scorso. Oggi invece la strada tracciata sembra essere quella opposta, con la vittoria del “no” al referendum che di fatto sembra portare al cosiddetto effetto boomerang sugli stessi lavoratori.
Martedì si capiranno bene modalità, tempistiche e decisioni da parte di Port Mobility, con il presidente del Cda Edgardo Azzopardi che ha convocato le parti presso la sala comitato dell’Adsp per definire la procedura a seguito della mancata sottoscrizione dell’accordo.
Un accordo – in vigore fino a dicembre 2023 – basato sull’utilizzo di misure alternative e strumenti di contrattazione collettiva, che prevedeva anche il ricorso alla flessibilità, soprattutto per coprire i picchi di lavoro durante il periodo estivo. Previsti dei turni “multi-funzione” con i lavoratori chiamati a coprire anche altri servizi, avendo diritto ad una maggiorazione del 10% dell’importo orario della retribuzione lorda spettante per il turno svolto. O ancora delle reperibilità – in numero limitato e per il settore viabilità e parcheggi – per i lavoratori a riposo, anche in questo caso prevedendo degli incentivi. Il tutto in un’ottica di collaborazione, tradotta anche in incontri congiunti tra azienda e parti sociali, per monitorare la situazione, condividere un percorso proficuo di relazioni industriali per evitare criticità. Oggi il banco è saltato e lo spettro dei licenziamenti pronti ad essere ritirati è tornato concreto.
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