Lo ricorda Anna Maria Travagliati, affermata modella, che per la sua tesi di laurea in lettere moderne lo aveva intervistato Cordoglio anche da Tolfa per la scomparsa di Jean-Paul Fitoussi, docente, scrittore ed economista di fama mondiale
TOLFA – Da Tolfa cordoglio per la prematura scomparsa di Jean-Paul Fitoussi, docente, scrittore ed economista di fama mondiale, in particolare a ricordarlo è la bellissima Anna Maria Travagliati, affermata modella tolfetana che ha conseguito anni fa una laurea in lettere moderne e per la sua tesi, che verteva sul rapporto tra politica e letteratura, aveva intervistato proprio Jean-Paul Fitoussi nella sua casa a Parigi. “È stato uno dei maggiori interpreti della cultura politico-economica europea e sapeva snocciolarla e trasmetterla con l’umiltà propria dei grandi uomini. Ho avuto il piacere e l’onore, di conoscerlo, e sono immensamente felice di aver passato dei ritagli di vita insieme a lui – scrive Anna Maria Travagliati – mi ritornano alla mente tanti ricordi rivedo scorrere davanti agli occhi una sequela di fermo immagine che mi riporta a quel 18 dicembre del 2016, a Parigi, in rue de Boulainvilliers. L’incontro nello studio di casa sua, la moglie, l’affabilità, una tisana con dei cioccolatini, l’intervista per la mia tesi di laurea, ed infine i saluti con un congedo semplice e cordiale. Mi disse: “La politica, figlia dellʼeconomia, ma orfana della morale: da qui il suo smarrimento e la sua inefficienza. La politica dovrebbe camminare a stretto contatto con quello che a me piace racchiudere nella politica dei buoni sentimenti”. Un pensiero contro corrente, contro il potere economico, inteso questo, nel senso più avaro della parola. Con grande lucidità e autorevolezza, Fitoussi ci ha mostrato e chiarito i limiti del Pil, ha voluto rimarcato lʼimpellente necessità di dotarsi di indicatori che consentano di definire, in maniera reale, il benessere dei cittadini, distinguendo e riconoscendo che non sempre l’agiatezza, puramente economica, coincide e si identifica con la felicità ed il progresso sociale. Poi, continuò dicendomi: “Nelle occasioni più disparate, quali le conferenze che sono chiamato a sostenere, o nel semplice incedere sulle strade che la quotidianità ci porta sui piedi, avverto quelle emozioni positive che, raccolte, mi fanno capire di non essere passato invano”. Ciao Jean-Paul. A me, ora che te ne sei andato, piace immaginarti ancora nel tuo studio, con quel tuo sorriso bonario, impegnato a consolidare il tuo pensiero, o muoverti, portando la disciplina del tuo credo, nei palazzi che ti erano amici”.