I mammiferi ormai si aggirano nei sentieri della Palude e sono un rischio anche per i fratini Cinghiali, si pensa all’abbattimento
CERVETERI – Da Roma a Cerveteri il cinghiale è d’attualità. La presenza di questi mammiferi tra Campo di Mare e la Palude di Torre Flavia di Ladispoli inizia ad allarmare la popolazione locale e gli ambientalisti che cercano ogni giorno, con tanti sacrifici, di proteggere l’avifauna migratoria all’interno dell’oasi. Su tutti i fratini, volatili in via d’estinzione le cui uova si sono schiuse pochi giorni fa. MareVivo Lazio tiene i riflettori accesi anche perché nella Capitale si sta affrontando la questione della peste suina, come se non bastassero le minacce all’uomo e agli altri animali come cani e gatti. «Per ora il virus sembra circoscritto al Parco dell’Insugherata – parla Rita Paone, referente del litorale nord – purtroppo l’inverno arido appena trascorso così come la primavera, spingono gli animali verso le fonti di acqua, compresi i cinghiali, che nelle campagne mordono e rompono i tubi degli impianti d’irrigazione perché sentono la presenza di acqua residua. Sono arrivati in palude proprio per la presenza di acqua dolce. Si trovano al centro di Roma, ed è quindi del tutto naturale che siano anche in un ambiente come la palude di Torre Flavia. Se il numero degli animali aumentasse a dismisura compromettendo l’incolumità di chi la frequenta, oppure se questi mammiferi risultassero portatori di malattie, sarà necessario segnalare ai servizi veterinari messi a disposizione del Commissario nazionale per definire gli interventi necessari». L’amministrazione comunale inizia a confrontarsi con il tema dei cinghiali spesso notati a passeggio a Campo di Mare o dietro alla stazione di Cerenova, come scritto anche dal presidente del comitato locale, Enzo Musard, o anche su via Fontana Morella in mezzo al traffico come avvenuto l’altra mattina. «È una problematica complessa – parla Elena Gubetti, vicesindaco e assessore alle Politiche ambientali di Cerveteri – visto che i cinghiali si sono moltiplicati con una certa rapidità scendendo da monte forse perché affamati. Al momento non c’è una situazione di rischio reale per quanto riguarda il virus della peste suina però è chiaro che bisogna essere vigili monitorando costantemente la situazione. Come Comune non abbiamo potere decisionale all’interno dell’area protetta, possiamo solo sensibilizzare tutti gli enti affinché si interfaccino per trovare una soluzione al più presto». Nel frattempo Corrado Battisti, gestore del sito per conto di Città Metropolitana, continua ad invitare alla prudenza. «Soprattutto di sera – sostiene – è sconsigliato girare nei pressi della palude. Si vedrà quale intervento è migliore in vista della stagione estiva. Ci sono già delle figure esperte al lavoro. Non si esclude nemmeno l’abbattimento». Un’altra soluzione potrebbe essere quella della consegna dopo la cattura ad aree e zone faunistiche predatorie per le battute di caccia. Intanto i residenti continuano a segnalare sui social la loro presenza anche se per fortuna non sono avvenute aggressioni seppur da tempo si è registrata la discesa tra le strade e di fronte ai palazzi di questi mammifer
i in compagnia dei loro cuccioli mentre rovistano tra le sterpaglie e mini discariche a caccia evidentemente di qualcosa da mangiare.
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