L’Intervista A tu per tu con il segretario del Partito democratico Alessi: «La crescita della città appartiene a tutti»
GIAMPIERO ROMITI
Piero Alessi, le si sente tra i più ferventi assertori che Civitavecchia sia la città delle occasioni perdute e del no a tutto?
“Entrambe le affermazioni sono colossali sciocchezze. Ma non mi fermerei, troppo genericamente qui, perché a mio avviso c’è di peggio”.
Ovvero ?
“Si tratta solo di alibi. Il mancato sviluppo non è infatti il frutto di un fato avverso o di intransigenti opposizioni, di natura pregiudiziale e ideologica”.
E di cosa ?
“ Siamo la città delle strategie interrotte. Siamo stati noi stessi in gran parte gli artefici della realtà che viviamo, nel bene e nel male”.
I latini avrebbero detto “ faber est suae quisque fortunae”, ciascuno è artefice della propria sorte…
“Già, sono d’accordissimo”.
Quindi come la mettiamo?
“In modo molto netto. A mio avviso è quella la questione di fondo. Vale per l’energia quanto per tutto ciò che ha a che fare con lo sviluppo”.
Ci sarebbe bisogno che…
“… Civitavecchia avesse assoluta necessità di una visione che guardi non alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni”.
Sul fronte energetico cos’è che maturerà ? O addirittura esploderà sia nel male che nel bene ?
“Prematuro immaginare scenari futuri, perché questi possono modificarsi nello “space d’un matin“ come dimostra, purtroppo l’improvviso guaio di una guerra in Ucraina”
Vabbè, ma lei guida un partito progressista ed un’idea dovrà pur averla.
“Mi sembra necessario tenere il nostro timone su di una rotta precisa, senza che essa subisca modifiche ad ogni stormir di fronde”
Quel significa di noi civitavecchiesi?
“Sicuro. La guerra in atto è qualcosa di terribile, che non può però essere usata strumentalmente per imporre, col randello in mano, impostazioni in contrasto con i progetti di sviluppo di una intera comunità”.
E allora?
“Mi lasci intanto dire che, assunto un orientamento, sarebbe un grave errore modificarlo come purtroppo fatto nel passato e lasciarsi trascinare da situazioni contigenti”.
Ci faccia e soprattutto faccia capire.
“Troppo spesso dimentichiamo che la centrale di Fiumaretta è stata di fatto chiusa, Amministrazione Comunale in testa, con il consenso unanime di un’intera città. Persino il sindacato e le parti sociali, fatto eccezionale per l’epoca, non si opposero ma favorirono il processo. Così si costruì e si rafforzò, in quegli anni, un’autentica strategia dello sviluppo che voleva un affrancamento dalla servitù energetica per aprirsi ad altre occasioni di crescita”.
Però non si rivelò una stupenda onda lunghissima che liberasse la città dalla sottomissione ad Enel e non solo.
“Vero e il guaio è esploso quando si giunse alla dichiarazione di obsolescenza della centrale di TVS e anziché procedere sulla precedente strada indicata, legittimamente spaventati dalle conseguenze occupazionali, si accettò quella che venne definita con inganno retorico una dell’impianto, che in realtà significò riconversione a gas, dopodichè venne la riconversione a carbone di TVN”.
Ed ora, la storia si ripeterà ? Dopo esserci cullati sulla transizione ecologica, Civitavecchia si ritrova alle prese con tutto ciò che già è costato neoplasie, inquinamento, financo posti di lavoro, e non con le rinnovabili. C’è da rabbrividire…
“Dal mio punto di vista la città deve uscire, senza ingiustificati rinvii, dalla morsa dei combustibili fossili. Si può e deve guardare con interesse crescente ad un eventuale impianto eolico offshore e ad impianti solari”.
Ambientalista convinto?
“Sì. Epperò la strategia di sviluppo deve sterzare senza equivioci, rispetto alla strada sin qui percorsa, esplorando opportunità, a partire dalla nostra vocazione marittimo-portuale e dalle nostre risorse naturali, storiche e culturali”.
Segretario, spostiamoci sulla politica “vera“. È nei piani del Pd una candidatura autenticamente “made in Civitavecchia“, alle prossime elezioni regionali ?
“Direi che è auspicabile si possa avere un’espressione diretta del nostro territorio. Ne abbiamo assoluta necessità”
Addirittura?
“Certo e il perché è lampante”
Sentiamo
“Vi sono questioni che si decidono ai livelli sovracomunali e che poi hanno ricadute sulla nostra città e sulle nostre comunità. Quando si parla di sviluppo, servizi, trasporti, sanità e si decide di noi sarebbe più che opportuno disporre di rappresentanti della civitavecchiesità pura che autorevolmente facciano sentire la nostra voce”.
E sull’attuale Giunta cos’ha da raccontare ?
“Sono numerosi i terreni sui quali si è consumato il fallimento amministrativo di questo governo. Ne cito solo due per brevità”
Il primo ?
“E’ rappresentato dalla totale assenza di una visione di prospettiva che renda esplicita la direzione di marcia per la realizzazione di un preciso modello di sviluppo”.
Il secondo ?
“Riguarda la condizione di degrado in cui versa la nostra realtà urbana e la qualità assai scarsa dei servizi resi al cittadino”.
Sarà, ma non si può cancellare con un semplice colpo di spugna il largo successo ottenuto da Tedesco&C. nella competizione amministrativa di tre anni or sono.
“Ci mancherebbe, è una realtà incontrovertibile. Gli elettori li hanno scelti per governare, ma questo non significa ignorare le molteplici intelligenze ed energie di cui la città è ricca. Tal errore ha spinto verso forme di autentico solipsismo”.
Calma, non tracimiamo sul difficilissimo. Solipsismo, afferma. Significa che c’è un’overdose di soggettivismo, individualismo esasperato per cui ogni interesse viene accentrato su di sé e tutto il resto che non rientri nella propria sfera di interessi ignorato?
“Esatto. Si è ritenuto che un governo che riduca ai minimi termini il coinvolgimento di altre competenze e contributi sia il modello da seguire. Gli atti concreti hanno dimostrato che questo modo di procedere costituisce un danno per gli interessi collettivi”.
Uno degli esempi più paradigmatici ?
“Il clamoroso flop della Fiera delle Macchine Agricole. Vi fosse stato un maggiore coinvolgimento forse si sarebbe sconsigliata l’Amministrazione dal “marciare“ verso l’epilogo disastroso che sappiamo”
Ora comunque i “signori del Palazzo“ avranno la ghiotta occasione di non soffrire di “siccità finanziaria“ nei due anni che restano alla fine della consiliatura, grazie alla pioggia di fondi del Pnrr. Gigantesca opportunità, no?
“Evidente. Sarebbe tuttavia negativo se venisse a mancare il confronto ad ampio raggio. Si è letto sulla stampa che la città si preparerebbe a cambiare volto”.
Ottima prospettiva…
“Direi, visto che staremmo per spendere, al netto di quello già previsto per il porto, circa altri cento e più milioni di euro. 65 per un progetto nell’area di Fiumaretta; 35 per un parco del Mediterraneo sulla trincea ferroviaria; 10 per un parcheggio sopraelevato nel retro porto”.
Perciò si accinge a magnificare l’arrivo di iniziative straordinarie?
“Assolutamente. Io tifo per Civitavecchia e ovviamente auspico che si abbiano risorse da spendere, ma non sarebbe propizio, almeno in questo caso, uscire dalla torre e promuovere un confronto pubblico dove si possano conoscere i precisi contenuti di tali imponenti e variegati investimenti ?
Ci risiamo, lo scetticismo riprende il sopravvento…
“Per carità. Non intendo esprimere dubbi a priori, come sarei tentato di fare, che trattasi esclusivamente di proclami. Chiedo solo che la nostra comunità sia messa a conoscenza e possa esprimere giudizi e dare contributi”.
Non le sembra che si tratti di una pretesa eccessiva?
“Manco per idea. Partecipare alla crescita di una città che appartiene a tutti, al di là del ruolo che occasionalmente può essere di governo o di opposizione, è fondamentale”.
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