FOCE DI CASTELSECCO Presentata l’ipotesi di progetto elaborata dal Comitato 2 Ottobre Un parco urbano in un luogo abbandonato dove poter sfruttare il vasto ripopolamento della flora e della fauna
S. MARINELLA – Presso l’aula magna della scuola media Carducci, si è tenuto il convegno di presentazione dell’ipotesi di progetto “Parco urbano foce di Castelsecco”, voluto dal Comitato 2 ottobre.
L’ingegner Germano Di Francesco ha illustrato il pericolo idrogeologico del fosso Castelsecco e gli interventi possibili per abbatterne il rischio.
La grande opera di deviazione dell’Aurelia per raddoppiare la luce dell’attuale cavalcavia e lasciare l’area della foce fino al mare a golena naturale è un intervento di gran lunga migliore rispetto a quanto fatto su tutti gli altri fossi della città, vale a dire costruire alti argini in cemento per imbrigliare il corso del fiume e contenere l’eventuale piena. La relazione di Flavio Enei si è soffermata sul Ponte di Apollo. Con la sua ampia serie di arcate, il ponte ha permesso la viabilità sull’antica Aurelia, dall’età romana imperiale fino all’‘800. Enei ha sottolineato come la furia delle acque abbia nei secoli distrutto più volte il ponte su Castelsecco, sempre ricostruito. L’area della foce ha quindi un’importanza archeologica da raccontare, documentata dalla famosa stele del 206 d.C. Agli aspetti archeologici si aggiungono quelli naturalistici, ben affrontati dalle relazioni di Patrizio Demartis e Giovanni Dani. Il sito può sembrare un’area abbandonata, utilizzata purtroppo come discarica abusiva, ma in realtà la scarsa frequentazione ha permesso alla fauna ed alla flora di rigenerarsi. Oltre alla prateria, canneto e rovereto, stanno prendendo piede specie vegetali autoctone importanti per l’ecosistema quali alberi di olmo e roverelle, mentre la costa vede il ripopolamento del papavero giallo e del finocchio di mare. Anche le acque mostrano uno stato di buona salute malgrado la presenza del depuratore a monte e dei molti scarichi abusivi di fertilizzanti sul fosso. La presenza di alghe filamentose potrebbe dimostrare un eccesso di sostanze nutrienti, l’istituzione del Parco urbano prevede un più costante monitoraggio delle acque che vanno direttamente a mare e riguardano quindi la salute dell’intero litorale. L’abbandono del sito ha comportato un vasto ripopolamento dell’avifauna, ben 24 specie diverse, comprensive di aironi guardiabuoi, ma anche di alcuni rapaci, nidificano ormai stabilmente nell’area della foce. Nel suo intervento, Giovanni Dani ha spiegato le ragioni per cui l’ipotesi di Parco Urbano sarebbe importante non solo per questioni di sicurezza ma per restituire al nostro territorio un esempio vitale del suo ambiente originario. Le vecchie serre abbandonate, oggi totalmente ricoperte da rovi, potrebbero essere utilizzate come vivaio delle specie vegetali autoctone, dall’alloro alla ginestra, con cui ripopolare non solo la foce ma anche altre aree attualmente abbandonate di S. Marinella presso i fossi, come per esempio quella adiacente all’ex cementificio lungo S. Maria Morgana. Le serre potrebbero offrire spazi per aule didattiche, laboratori e centri di ricerca che potrebbero essere gestite in collaborazione con le scuole. L’ipotesi di progetto comprende a
nche un’area di giardino attrezzato per allenamento all’aperto. L’analisi dei costi di gestione complessivi ammonterebbe a circa 30mila euro all’anno, da reperire anche grazie a finanziamenti regionali. Il pubblico presente ha posto molte domande, dimostrando vivo interesse per la scoperta di un tesoro nascosto nella cittadina. “E’ dispiaciuta – dicono gli organizzatori – l’assenza totale dell’amministrazione comunale, dal Sindaco, all’ufficio tecnico e dai consiglieri comunali fino ai delegati, che pure erano stati invitati. Il Comitato 2 ottobre si impegna comunque a far avere ai suddetti una copia dell’ipotesi di progetto presentato e di lavorare su un progetto vero e proprio, da mettere a disposizione gratuitamente ai nostri amministratori che, si spera, dimostrino lo stesso entusiasmo della platea di cittadini intervenuta”.
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