maltrattamenti in famiglia Ascoltate durante l’incidente probatorio le figlie di Orefice Schiaffi, calci e cinghiate: le figlie di Orefice confermano la versione della madre
LADISPOLI – Hanno confermato la versione della madre durante l’incidente probatorio di lunedì scorso davanti al Gip le figlie di Emanuele Orefice, il 35enne di Ladispoli accusato di maltrattamenti in famiglia. Le due bambine, ascoltate in modalità protetta avrebbero raccontato delle vessazioni che la madre subiva da tempo e di cui loro stesse, in due episodi, sono state vittime. Hanno raccontato della fuga notturna dopo l’ultima violenza consumata ai loro danni. Schiaffi, calci e cinghiate. Le piccole avrebbero parlato anche di un’occasione in cui il padre avrebbe utilizzato una mazza da baseball utilizzata per colpirle, seppur in maniera lieve, in testa. E poi le offese ricevute dal padre e dai familiari del padre. Ora si attende la conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica. Gi inquirenti avrebbero sequestrato anche il telefonino di Orefice. «Aspettiamo la conclusione delle indagini e speriamo che il pm chieda quanto prima il rinvio a giudizio», ha commentato l’avvocato della moglie e delle due bambine, Nicola Bramante. Ha invece intenzione di presentare istanza per una misura meno afflittiva il legale di Orefice, l’avvocato Antonio Pirrone.
IL FATTO
Secondo quanto ricostruito, Orefice avrebbe visto delle foto sul telefono della figlia con il fidanzatino, relazione della quale la sua compagna e madre della bambina lo aveva tenuto all’oscuro temendone la sua reazione violenta, e così avrebbe picchiato la moglie. A dare l’allarme era stata proprio la donna che, nel cuore della notte, approfittando del fatto che l’uomo stesse dormendo, è fuggita, scalza insieme alle sue figlie, dando l’allarme ai carabinieri della stazione di Ladispoli che hanno poi arrestato il 35enne.
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