SUCCEDE ANCHE QUESTO Se il “tafazzismo” manda in fumo 4,5 milioni di euro
GIAMPIERO ROMITI
È stata la notizia tra le più sorprendenti degli ultimi tempi e i media l’hanno sparata a tutta pagina, come naturale che fosse. Inutile dare sfogo alla fantasia, titoli in fotocopia : “ Il Pincio perde più di 4,5 milioni di euro dalla Regione”. Beh, sicuramente un “affaraccio” di fronte al quale il lettore non sarà riuscito riesce a trattenere non solo lo stupore ma soprattutto il disappunto di apprendere che l’amministrazione, di cui fidarsi, è invece clamorosamente venuta meno al proprio dovere di curare alla meglio gli interessi della comunità. “Una revoca che ha del clamoroso”, ancora tutti sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda i mezzi di informazione. E ancor più nel sottolineare il perché.
Ossia: “Riguarda un comparto da sempre in affanno come quello dell’emergenza abitativa e l’annullamento della cospicua somma è frutto di un silenzio colpevole da parte del Pincio che, dal 2014 ad oggi, non ha ottemperato agli adempimenti chiesti dalla Regione”. Cioè : “non ha inviato la documentazione necessaria per poter accedere al finanziamento degli oltre quattro milioni di euro accordato nel 2011 per la realizzazione di 46 alloggi”. Quindi l’incredibile vicenda parte da lontano epperò avrebbe potuto trovare una soluzione ottimale se fossero serviti i recentissimi solleciti invocati dalla Pisana. La prima lettera (di sollecitazione) venne recapitata a Palazzo del Pincio a metà dicembre 2021 allorquando l’urbanistica si avvaleva dell’ interim del sindaco Tedesco dopo la cacciata di Leonardo Roscioni nell’ambito dell’ennesimo rimpasto dell’esecutivo. E, dato non trascurabile anzi cruciale, nella missiva veniva ricordato che si dava tempo ben due mesi per trasmettere i documenti preparatori alla firma della convenzione: trascorsi i sessanta giorni senza riscontro sarebbe potuta scattare la mannaia della soppressione del lauto stanziamento.
Dopodichè nuovo sollecito lo scorso 16 Marzo, con Dimitri Vitali salito (o meglio spinto) al “trono” dell’Urbanistica, ma anche stavolta dalle ovattatissime stanze “pinciote” neppure un lievissimo spiffero: nessuno che si sia preso la briga di fornire uno straccio di osservazione e la Regione, scaduti sia i tempi di attesa che quelli della “santa” pazienza, non ha potuto fare altro che firmare la delibera di giunta attinente all’annullamento della suddetta somma. Furibonda la reazione pidina: “Ancora uno schiaffo agli ultimi da parte dell’amministrazione. Aver smarrito per sciatteria ed incompetenza questi fondi immediatamente disponibili per alleviare le sofferenze e le ansie di chi non ha un tetto sulla testa e fatica a trovarlo, è qualcosa che davvero merita di essere stigmatizzato”.
Proprio Vitali, ricusando qualunque responsabilità potesse essergli attribuita e , non escludendo anche un ricorso al Tar, ha annunciato che “sarà fatto il possibile per riottenere l’importante erogazione attraverso un’interlocuzione con gli uffici pisaniani”. Fin troppo scontato che il “salviniano”, assessore al quadrato (commercio e urbanistica), cercasse di rafffreddare l’incandescente situazione con una dichiarazione che certamente non cambia la scottante realtà, figlia della inammissibile trascuratezza di chi era ed è alla guida di un importantissimo settore come l’urbanistica. Incredibilmente lasciato in balia delle onde dal 3 dicembre scorso, che segnò l’ultimo giorno “lavorativo” dell’avvocato Roscioni nella stanza dello stabile incastonato nel Parco della Resistenza. E di lì sono iniziati i giorni cupi di detto settore importantissimo: senza una guida attenta, talvolta addirittura h24, e indispensabile all’elaborazione e alla redazione delle proposte definite con gli atti di indirizzo (che spettano rigorosamente all’assessore) , è stato fin troppo naturale presupporre da subito che più di un problema sarebbe saltato fuori. Col senno del poi non si sbaglia mai, si dirà. Già, ma riguardo alla turbolenta faccenda col senno di prima venne rilevato che per Tedesco, all’indomani del “s’accomodi fuori” ordinato a Roscioni, l’incarico assessorile da interim sarebbe stato troppo gravoso giacchè aggiunto ad altri mille impegni quotidiani.
Terminato quel periodo, altro giro e altra scelta che definire avventata è pure poco: passaggio del testimone dal sindaco a Dimitri Vitali, peraltro già incoronato “re” del commercio (due poltrone per un solo esponente politico: caso non sappiamo se più unico che raro epperò sicuramente straordinario !), fortissimamente voluto dal “battaglione consiliare leghista”, perfettamente conscio di veder sempre esaudita ogni sua richiesta altrimenti la decomposizione della maggioranza verrebbe servita su un piatto d’argento. Che dire? Vero, per dirla con l’ex Ministro dei lavori pubblici Antonio Di Pietro, la politica è l’arte del compromesso, ma – nel caso dell’infelice storia dell’assessorato all’urbanistica di casa nostra – i maggiorenti centrodestrorsi si sono superati sfoggiando un “tafazzismo” talmente curato nei minimi particolari da far impallidire quello tradizionalmente tanto caro ai sinistrorsi. Tedesco & C. si staranno mangando le mani: se infatti il preparatissimo avvocato Roscioni non fosse stato sacrificato sull’altare della famelicità di potere di una parte della coalizione di governo…
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