Si prevede un’altra estate infernale per chi vive nell’area dello scalo Il treno resta acceso di notte e i residenti non dormono più
LADISPOLI – Stazione di Ladispoli-Cerveteri: un treno resta acceso di notte spezzando il sonno dei residenti. Un problema che va avanti da anni e che, puntualmente (a differenza di molte corse), si ripresenta ad ogni estate soprattutto perché i cittadini lasciano le finestre aperte per il caldo. L’ultimo convoglio della tratta Roma-Civitavecchia arriva al binario 5 e resta “parcheggiato” fino al mattino con il motore perennemente attivato, producendo un rumore assordante che infastidisce non poco chi vive nella zona e non solo. «Lo accendono verso le 23 – scrive pubblicamente Donatella – e lo lasciano acceso fino verso le 7 del mattino. È una cosa inaccettabile». Il fischio si sente anche in altri quartieri. «Al Messico non si dorme più», punta il dito Michaela e lo stesso fa Dario nei pressi del centro Gabbiano al Faro. «Io lo sento da via Atene, figuriamoci quelli che abitano nei pressi della stazione. È mai possibile che non si possa fare nulla?», è la presa di posizione di un’altra residente. Già nel 2017 venne spedita una lettera di protesta in Regione, alla quale nel corso dei mesi si sono poi aggiunte le denunce presentate dai cittadini. Due anni fa era sceso in campo anche il sindaco ladispolano, Alessandro Grando, contattato dalle persone esasperate di via delle Azalee, via delle Dalie, via delle Orchidee, via dei Ciclamini e via Trieste. Grando aveva preteso uno studio acustico dell’Arpa Lazio pronta a rilevare quel rumore come «vicino al limite previsto dalla legge», comunque, per sfortuna degli abitanti, non oltre la soglia consentita. Fatto sta la locomotrice e gli impianti di riscaldamento o di raffreddamento, a seconda della stagione, restano in funzione. Probabilmente per far risparmiare ore di lavoro ai macchinisti che potrebbero procedere manualmente se in servizio almeno un’ora prima. Un baccano tale però da creare un forte disagio alla popolazione che andrà incontro ad un’altra estate infernale.
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