L'Associazione nazionale partigiani d'Italia sezione Maroncelli interviene sulla vicenda cercando di fare un po' di chiarezza storica Statua del bacio, interviene anche l’Anpi
CIVITAVECCHIA – “Sentiamo la necessità di dover intervenire nuovamente sulla questione che riguarda la nostra città e la sua distruzione per effetto dei bombardamenti effettuati dagli anglo-americani nel corso della seconda guerra mondiale”.
Inizia così una nota della presidenza Anpi di Civitavecchia che interviene sulla vicenda “Statua del bacio” dopo la polemica che si è scatenata nelle ultime settimane.
“Ciò in risposta – continua la nota – ad un comitato che, prendendo spunto dalla statua posta sul lungomare, quella del bacio tra un marinaio americano e una infermiera, trasforma una questione puramente estetica, di arredo urbano in una questione storico-politica. Infatti si sostiene che i bombardamenti furono un atto di aggressione immotivata alla nostra città inerme da parte appunto delle forze alleate. Mentre riteniamo che la statua non rappresenti affatto un “omaggio” a chi “immotivatamente” ha distrutto Civitavecchia vogliamo puntualizzare in merito due questioni”.
La prima per l’Anpi è che “la nostra città non era affatto un centro strategicamente irrilevante: infatti con il suo porto e con l’assetto viario e ferroviario Civitavecchia aveva una grande rilevanza nel settore della logistica militare. Tant’è che con il primo bombardamento, quello del 14 maggio 1943 morirono tanti soldati che stavano imbarcandosi per raggiungere la Sardegna. Quindi quel bombardamento e quelli che successivi non furono “esercitazioni immotivate” ma atti di guerra che prepararono, il 6 giugno 1944, l’ingresso delle forze alleate nel nostro comprensorio adeguatamente sostenute dall’azione delle formazioni partigiane che da tempo operavano nella zona. Quella data rappresenta anche oggi, dopo 78 anni, un atto importante per il ritorno alla libertà che era stata negata dal fascismo e dal suo alleato nazista”.
C’è poi il secondo punto. “Vogliamo ricordare – aggiungono dall’Anpi – ancora una volta, e speriamo sia l’ultima, che la seconda guerra mondiale scoppiò per responsabilità del regime nazista in Germania e del regima fascista in Italia. Infatti Mussolini trascinò il nostro paese in una guerra che ebbe inizio con l’aggressione alla Francia ormai nelle mani dei tedeschi, con la dichiarazione delle ostilità all’Inghilterra, poi l’aggressione alla Grecia, alla Jugoslavia, all’Unione Sovietica e poi agli Stati Uniti d’America. Civitavecchia purtroppo subì tante distruzioni e tanti morti. Ma certamente le responsabilità vanno ascritte a chi la guerra la teorizzo prima , la pianificò e poi la dichiarò. La nostra città e l’Italia tutta subirono le conseguenze di una politica di potenza scellerata del regime fascista. È certo – conclude – che non si possa dare dell’aggressore a coloro che la guerra l’hanno subita ai quali, se non altro, va riconosciuto il merito di aver liberato l’Europa dal nazifascismo”.
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