Ladispoli, il nuovo bosco è già arido. Botta e risposta tra opposizione e maggioranza
LADISPOLI – Un bosco urbano di 3mila piante con sullo sfondo l’Aurelia e il nodo viario che presto potrebbe essere realtà collegando la statale a viale Mediterraneo. Un progetto, quello di “Arbolia”, presentato con grande entusiasmo la scorsa primavera. Ma le cose non stanno andando per il verso giusto perché le piante sono secche e le irrigazioni non avvengono con regolarità. Ad aggravare la situazione la mancanza delle piogge, problema che sta causando danni anche all’agricoltura. Così nel mirino dei cittadini e della classe politica di opposizione ci finisce la società nata per creare nuove aree naturali in Italia. I residenti sono preoccupati per questa cintura verde che si trova nel quartiere Cerreto, a sud-est di Ladispoli, lungo le sponde del torrente Sanguinara. Ad attivarsi in particolar modo i consiglieri comunali Silvia Marongiu e Crescenzo Paliotta, pronti a presentare una interrogazione per conoscere i motivi per i quali molte delle alberature messe a dimora sono state lasciate senza alcuna manutenzione e cura. «Si sono seccate – evidenziano con una nota scritta – con spreco di denaro pubblico e danno alle risorse ambientali. Questo nonostante i contratti prevedano per tutto il primo periodo della messa a dimora la costante irrigazione. Tra le situazioni, quella delle piccole piante messe a dimora nella zona tra Cerreto e Sanguinara: molte delle piante sono già essiccate e la società Arbolia non sembra tener fede agli impegni presi». Nella missiva Paliotta e Marongiu chiedono «le cause di questi episodi» legati al verde pubblico e domandano pure se «siano stati addebitati i danni alle ditte alle quali era stato affidato il compito della messa a dimora e della cura delle alberature». Una entrata a gamba tesa, pare, su una criticità reale che allarma anche la maggioranza. «Ovviamente nulla di più falso e soprattutto le risposte che chiedono potrebbero averle già avute se solo avessero letto gli atti della convenzione pubblicati sul sito del Comune – sostiene Filippo Moretti, consigliere comunale ed ex delegato alle Aree protette di Ladispoli – In quest’ultimo periodo maggiormente siccitoso, la società è stata più volte sollecitata ad intensificare le irrigazioni per garantire la massima sopravvivenza delle piante. Alla fine dell’estate Arbolia provvederà al reimpianto di quelle essenze che non hanno attecchito. Da parte mia posso infine rilevare che non si ha memoria di iniziative come questa messe in campo dalle passate amministrazioni “ambientaliste” di sinistra, che pure hanno a lungo governato la città». In questa porzione del territorio sono state messe a dimora complessivamente migliaia di alberi di differenti specie autoctone arboree (roverella, leccio, orniello, acero campestre e ciliegio), arbustive (biancospino, mirto, alaterno, lentisco e rosa sempreverde) tutte dotate di passaporto vivaistico. Il piano urbano prevede la manutenzione e l’irrigazione del nuovo bosco per i primi due anni a cura di Arbolia e successivamente da parte della Giunta comunale. E proprio la vicinanza ad un corso d’acqua dolce, tra i benefici ecosistemici del nuovo bosco, consentirà di sviluppare un’importante nicchia ecologica per fauna e avifauna locali.