È la proposta del presidente della Società Storica Enrico Ciancarini Un premio giornalistico intitolato ad Eugenio Scalfari
Istituire il “Premio di giornalismo Eugenio Scalfari – Città di Civitavecchia”. È questa la proposta culturale per la città che arriva dal presidente della Società Storica Civitavecchiese Enrico Ciancarini, a pochi giorni dalla scomparsa del fondatore di “Repubblica”, nato proprio a Civitavecchia nell’aprile 1924, città dove è vissuto poi per nove anni. Un’idea lanciata per ricordare un giornalista che ha scritto una pagina importante della storia del Paese e, di riflessio, per offrire a Civitavecchia una vetrina importante. Perché la proposta è quella di coinvolgere sponsor e giurati di livello, andando a premiare poi giornalisti di calibro nazionale, portandoli a Civitavecchia con le premiazioni che potrebbero essere ospitate in location di pregio come il porto storico o le Terme. «Una proposta – ha spiegato Ciancarini – che l’amministrazone potrebbe fare propria andando a coinvolgere la famiglia e Repubblica, innanzitutto, organizzando un’iniziativa in grado di arricchire il livello culturale della nostra città. D’altronde il primo scritto publicato di Eugenio Scalfari risale a quando era alunno della Cesare Laurenti».
Ciancarini ricorda infatti che il «1 marzo 1933 gli alunni della Laurenti, diretti dal loro direttore Francesco Olivieri pubblicavano il primo numero del “Giornaletto della Scuola” dove bambine e bambini – spiega – si cimentavano nel giornalismo. Lo stesso anno nella scuola di via XVI settembre fu allestita la mostra educativa fascista, una replica in piccolo e più adatta alla giovane età degli scolari della Mostra del Decennale della rivoluzione fascista allestita al Palazzo delle Esposizioni a Roma. La mostra fu visitata da numerosi gerarchi che si complimentarono con il direttore e con i maestri, fra cui Filippo Angelini, Ernesto Marzialetti e Quirino Valentini. Fra i giovani giornalisti in erba – ha concluso – c’era un bambino che da grande sceglierà proprio quella strada: Eugenio Scalfari».
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