''A TUTTO SPORT'' Torna la rubrica settimanale a cura dell’ex nuotatore azzurro Damiano Lestingi Storie tese tra Cio e Governo: Coni Servizi e Sport e Salute
Nella legge di bilancio 2019 venne presentata una norma che prevedeva l’istituzione di una nuova società in house del Comitato Olimpico Italiano, partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in sostituzione della già esistente CONI Servizi S.p.A.Tale modifica era citata in un comma della legge n. 145/2018. Fin dal principio questa “sostituzione” fu considerata dal mondo sportivo come un’occupazione del CONI da parte della politica, dato che esisteva già una società identica. Rispetto alla Coni Servizi S.p.A, però, è mutato non solo il numero dei consiglieri di amministrazione (da cinque a tre) ma soprattutto la nomina di questi e dell’amministratore delegato. Infatti, prima dell’emanazione della legge di bilancio per l’anno 2019, i consiglieri erano direttamente nominati dal Coni. Con la riforma i tre consiglieri sono nominati dal ministero dell’economia, dall’istruzione e dall’autorità di governo delegata per lo sport. Quindi, la differenza sostanziale con la Coni Servizi è che non è più il Coni a scegliere i dirigenti della società economica che rappresentava il suo braccio operativo, bensì il Governo. Si notò come le federazioni più ricche e importanti (anche dal punto di vista politico) quali calcio, basket, tennis, nuoto e volley non erano in linea con il Coni. È pur vero, al contempo, che con il passare dei mesi i presidenti cambiarono idea sulla riforma. Seguendo passo dopo passo l’evolversi della situazione politica e politico-sportiva italiana, ebbe un forte impatto anche il Cio, il quale inviò diverse missive e ammonimenti al Coni. Questo perché ogni Comitato Olimpico Nazionale è e deve essere autonomo dal governo nel paese in cui opera. Da una parte il CONI si pone, come ente pubblico, quale “ente dello Stato italiano”, dall’altra parte come diretta emanazione del Cio. Secondo l’organizzazione Internazionale la nascita, o meglio la sostituzione, della società in house del NOC italiano, sarebbe in netta contrapposizione con l’art. 27, comma 6 della Carta Olimpica dove espressamente si afferma: “i comitati olimpici nazionali devono preservare la loro autonomia e resistere a tutte le pressioni di qualsiasi tipo comprese quelle politiche, legali, religiose o economiche che possono impedire loro di conformarsi alla Carta Olimpica”. Quando la costituzione del CIO ribadisce che il NOC (Comitato Olimpico Nazionale) deve preservare la sua autonomia e resistere alle pressioni politiche intende dire che ogni governo non può e non deve intromettersi nell’organizzazione dello stesso. La situazione si protrasse ancora per alcuni mesi fino a quando, esattamente il giorno prima di dimettersi, il Presidente del Consiglio Conte emanò il decreto-legge n. 5 del 29 gennaio 2021 intitolato “Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)”. Tale atto “munisce (il Coni) una propria dotazione organica nella misura di 165 unità di personale, delle quali 10 unità di personale dirigenziale di livello non generale”. Sicuramente tale legge ha calmato le acque tra il Cio e il Governo italiano. La questione di Sport e Salute S.p.A. dovrà essere rivista dal Governo. Rimane il fatto che ancora oggi l’amministratore delegato e i consiglieri di amministrazione della società economica del CONI sono nominati da un altro ente. Una situazione anomala, tenuto conto anche del fatto che per circa venti anni (cioè dalla nascita della CONI Servizi) lo Stato è stato silente e accondiscendente sull’operato del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
A cura di Damiano Lestingi.
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