Omicidio Angeletti: Cesaris aveva studiato i delitti perfetti
TARQUINIA – Un omicidio compiuto in neanche due minuti (un minuto e 46 secondi), dopo aver studiato su internet, con precisione, i delitti perfetti della cronaca italiana.
Emergono ancora tanti particolari sull’omicidio delle Saline di Tarquinia avvenuto il 7 dicembre del 2021 per mano dall’ex tecnico di laboratorio di Scienze della terra dell’Università di Pavia Claudio Cesaris, reo confesso.
Il 68enne ha ucciso con due colpi di pistola il professore associato di Ecologia dell’Università della Tuscia di Viterbo, Dario Angeletti, trovato morto nella sua macchina, una Volvo V40, seduto nel posto di guida e con la cintura ancora allacciata, con l’auto ferma nel parcheggio delle Saline, intorno all’ora di pranzo: 13,01,46.
A fornire tante informazioni, l’analisi del computer e del telefono di Claudio Cesaris, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.
Al centro del delitto, come ormai noto, una donna, Marta di 39 anni, ricercatrice, ex fidanzata di Cesaris, con la quale l’uomo aveva intrattenuto una relazione a Pavia durata quattro anni. Nonostante la loro storia fosse finita nel 2020, i due continuavano a sentirsi, e Cesaris si sarebbe scambiato messaggi affettuosi con lei anche poche ore dopo aver commesso l’omicidio, del quale la ricercatrice era ignara. La loro storia d’amore era durata quattro anni e sia era conclusa quando la 39enne da Pavia si era trasferita a San Martino al Cimino dopo aver vinto il concorso all’Università della Tuscia. Cesaris si era trasferito nello stesso paese del Viterbese da qualche mese, lasciando moglie e figli a Pavia, e avrebbe, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, cominciato a pedinare la donna. La ricercatrice aveva stretto un’amicizia con il professor Angeletti e il pensionato, forse sopraffatto dalla gelosia, pedinava Marta e Dario Angeletti con un gps.
Il 4 dicembre, come già più volte detto, li avrebbe visti in macchina insieme, fuori da un ristorante di Tarquinia, dove erano stati a cena. Forse Cesaris li ha osservati mentre si scambiavano un abbraccio; così tre giorni più tardi ha continuato ad osservarli. Alle 8.41, come ricostruito dalle telecamere, nove minuti dopo il passaggio dell’auto del professore, la Subaru Forester di Cesaris viene ripresa da una telecamera mentre sfila in direzione di Tarquinia Lido e sei minuti più tardi il killer ferma l’auto nel parcheggio delle Saline, mentre il professore raggiunge il Dipartimento dove lavora.
Nel corso della mattinata Cesaris, quindi, passeggia alle Saline e osserva gli uccelli con il binocolo, poi alle 13 si consuma la tragedia che ha scosso l’intera comunità di Tarquinia: la Volvo di Angeletti esce dal borgo e percorre la riserva, Cesaris finge un malore, Angeletti gli da un passaggio. Quindi, quello che ormai è noto: alle 13.01.06 la Volvo entra nel parcheggio delle Saline e passa vicino alla macchina di Cesaris, poi, 46 decimi di secondo più tardi Cesaris scende dall’auto. Angeletti è già morto. Lo ha freddato con una vecchia pistola (una Browning) dello zio, che Cesaris ha raccontato di aver trovato in casa del padre, a Dresano in Lombardia e di cui si sarebbe disfatto gettandola in mare. Il prossimo 23 settembre il gup del tribunale di Civitavecchia deciderà su Cesaris dopo che i suoi legali hanno sollevato alcune questioni di legittimità.