Quelli del Martedì I luoghi del ”generone romano”: da Checco al 13
Alla fine del ‘700, a Roma, un nuovo ceto sociale che aveva preso spazio pubblico, potere e ricchezza, venne chiamato “generone romano”.Negli anni ’60 questo nuovo genere di persone, che aveva fatto anche i soldi, venne in questo modo parafrasato dove l’accrescitivo “generone” che significava ricchezza, anche da rispettare.E il “generone” la domenica usciva fuori a pranzo, sia a Roma che fuori porta, Castelli romani, Ostia, Fregene, etc.
Uno dei luoghi simbolo è sempre stato da “Checco al 13”, luogo ove la tradizione si fonde con la ricerca della materia prima e con il rispetto dei prodotti locali.Accolti dalla simpatia di Carlo Colasanti, dalla moglie e dalle splendide figlie, abbiamo iniziato un percorso sulla cucina tradizionale romana.
Il carrello degli antipasti con carciofi alla romana, fagioli, insalata di mare e quant’altro, ma anche gli affettati (ottima la mortadella con pistacchi) e le delizie calde fritte (crocchette e supplì), poi il pesce crudo in base agli arrivi giornalieri.
Fra i primi (molti “i romani”), i cannelloni “come una volta”, i ravioli ricotta e spinaci o le fettuccine ai funghi porcini e, fuori menù, i tagliolini al tartufo bianco (ottimi!).
Per i secondi, fra quelli di pesce e di carne, abbiamo preferito la carne (ottima per qualità e cottura) e quindi tagliate e filetti al pepe verde (questi ultimi, a nostro avviso, non eccezionali per la troppa panna nel condimento).
Fra i contorni, trionfo di funghi porcini arrosto.
Infine i dolci, tutti buoni, ma lo zabaione che accompagna i frutti di bosco, come pure le crostatine… sublimi!
Carta dei vini accurata e onesta sui ricavi.
Servizio attento, cortese e simpatico. Il costo, se mangi il tartufo, sapido…
Ristorante Checco al 13 – Via Aurelia, 1249 – Roma
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