La nuova ricapitalizzazione da 2 milioni richiesta da Barbieri per ripianare i conti dopo che nel 2021 il bilancio era in equilibrio con il piano Grasso-Carbone Csp, torna il profondo rosso
CIVITAVECCHIA – La delibera per la nuova ricapitalizzazione di Csp da 2 milioni di euro arriverà in consiglio comunale probabilmente all’inizio della prossima settimana.
Al di là delle dichiarazioni di facciata o delle “sparate” firmate genericamente dai “consiglieri di maggioranza”, come nel caso della non-risposta alla capogruppo della Svolta Fabiana Attig, che ha segnalato la delibera appena arrivata in Commissione, evidenziandone alcune criticità, il tema in queste ore è molto sentito a palazzo del Pincio. Soprattutto da parte di chi dovrà alzare le mano, assumendosi tutte le relative responsabilità dal punto di vista amministrativo e patrimoniale, per autorizzare la ricapitalizzazione, approvando quello che è a tutti gli effetti anche un debito fuori bilancio e che, in caso di “scricchiolii” del piano di ristrutturazione e risanamento dell’azienda allegato alla delibera, potrebbe essere inquadrato dalla Corte dei Conti come un soccorso finanziario, vietato dalle norme vigenti, con tutte le conseguenze del caso.
A tenere in apprensione sono 3 numeri: i 17.000 euro di utile netto registrati a fine 2021, in esecuzione del precedente piano di ristrutturazione firmato dall’ex presidente Antonio Carbone e collegato alla delibera 78 dell’ex vice sindaco Massimiliano Grasso. Una “cura” che aveva funzionato, riportando in equilibrio l’azienda, che oggi, come riportato nella nuova delibera, torna a perdere, nel 2022, quasi 1 milione di euro. Non solo per il caro-gas ma soprattutto, come scrivono gli organi di controllo, per la spesa del personale rimasta o ritornata ad essere troppo elevata: 1,8 milioni per il solo personale amministrativo, con l’aumento dei costi legati agli interinali e circa 280.000 euro di aumenti collegati a 25 promozioni e scatti di livello attraverso conciliazioni. Di fronte a numeri del genere, non ci sono piani che tengano e soprattutto risulta assai difficile spiegare ai cittadini-azionisti di Csp come si debbano dare alla società altri 2 milioni di euro di denaro pubblico per far fronte a questo tipo di costi, anziché utilizzare questi soldi per altri servizi di cui necessita la collettività. Una domanda, questa, che da qualche notte turba il sonno di più di un consigliere comunale.
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