IL DIARIO Porto e città a un punto di svolta
Le elezioni regionali di oggi e domani possono costituire un punto di svolta importante per Civitavecchia.
La città deve necessariamente aspirare a riappropriarsi di una centralità e di una strategicità nel Lazio che ha perso da tempo (o che qualcuno potrebbe dire che non ha mai avuto, pur avendone tutta la potenzialità).
Dopo anni caratterizzati dalla pandemia, in piena crisi economica post-Covid, nonostante tutto Civitavecchia può intravedere la luce in fondo al tunnel.
Sarà solo una coincidenza, ma la presidenza di Medports, l’associazione dei porti del Mediterraneo, a Pino Musolino, presidente del porto di Civitavecchia, può essere un segnale importante per tutta la città e il territorio, oltre che per il porto.
Un riconoscimento prestigioso del ruolo che il porto di Roma può svolgere nel mare nostrum, potendo essere a sua volta rappresentato da un manager come Musolino, la cui competenza e autorevolezza sono state riconosciute e scelte con un voto unanime dell’assemblea generale, per dare voce alle istanze e ai progetti della portualità dei Paesi del Mediterraneo, tra Europa e Nord Africa, l’area che rappresenta senza dubbio il futuro degli scambi, della crescita e dello sviluppo dei prossimi trent’anni.
Uno stimolo per guardare avanti e superare lacci e lacciuoli che per coincidenza, colpa o dolo si continuano a frapporre sulla rotta tracciata per fare uscire il porto dal default ereditato proprio dal presidente Musolino e dal segretario generale Risso.
La volontà del governo Meloni di tornare a puntare forte sul Porto di Roma è stata espressa più volte e già il ministro Salvini è venuto ad illustrare e presenziare alla firma di un accordo che cambierà il volto della città, restituendo l’area di Fiumaretta alla sua naturale vocazione logistico-portuale.
Ora si entra nella fase cruciale e decisiva per attivare i fondi del Pnnr, che per lo scalo ammontano a quasi 200 milioni.
Come si diceva, siamo dunque a un punto di svolta, che costituisce la vera ripartenza dopo la crisi, che non può e non deve essere frenata da nessuno.
Ogni segnale in direzione diversa oggi rischia di costituire uno stop esiziale per la ripresa economica, sociale e politica non solo del porto, ma di tutto il territorio.
È su questi aspetti che oggi la politica deve esercitare il proprio ruolo, a livello nazionale così come da domani sarà a livello regionale, con la nuova amministrazione che, qualunque colore abbia, avrà a sua volta l’enorme responsabilità di far ripartire il Lazio, ridando alla regione della Capitale il ruolo che le spetta.
Con questo treno in movimento, starà poi, fin da subito, alla città agganciare la ripresa e non perdere l’ennesima occasione per programmare il suo futuro e riacquisire, come si diceva all’inizio di questo Diario, il suo peso nel territorio.
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