Mari-Tidei, quel che resta del voto è donna
GIAMPIERO ROMITI
Tornata regional elettorale già coperta da uno spesso strato di polvere ? Parrebbe proprio. La vampata di commenti all’indomani dei risultati, rimbalzati prevalentemente solo dalle parti delle pochissime anime pie recatesi ai seggi, s’è spenta senza ricorrere ad eccessivi sforzi capaci di spezzare il fiato.
I risultati però sono lì, ancora oggi in bella mostra a disposizione di coloro che non sanno a cosa sono andati incontro i “magnifici sei” (di casa nostra) partecipanti alla kermesse. Vale quindi la pena riproporre la hit parade (relativa esclusivamente ai voti raccolti nei 53 seggi della città di Civitavecchia) che vede nettamente al primo posto la “sorellona d’Italia” Emanuela Mari con 1745 preferenze, al secondo la “renziana” Marietta Tidei (1206), al terzo il pentastellato Enzo D’Antò (907), al quarto Nicola Guzzone (467) esponente del Polo Progressista , al quinto la “salviniana” Emanuela Di Palo (461) e fanalino assai fioco il “berlusconiano” Roberto d’Ottavio (340).
Le prime due classificate si sono naturalmente assicurate lo scranno della Pisana e di sicuro, malgrado lo scarso interesse che ha destato la competizione visto l’assentesimo schizzato addirittura oltre il 60% (sessantatre per la precisione), staranno ancora a festeggiare.
Ciò detto, pronta la domanda che tra le tante è la più degna di un certo interesse: il responso delle urne coincide perfettamente con le previsioni della vigilia ?
Per quanto riguarda la leader della graduatoria suesposta certamente sì. In proposito il largo consenso ricevuto ha imbottito i commenti di meraviglia e di entusiasmo, ma se si tiene conto che sul carro della predestinatissima -grazie ad accordi sotto e sopra banco con fiancheggiatori dimentichi di far parte di altri schieramenti epperò consci di ricevere in cambio (evviva il do ut des !!!) l’irripetibile chance di ottenere qualcosa di grosso altrimenti impossibile (la presidenza del consiglio comunale ?) – sono saliti bianchi, rossi, neri, verdi, allora non è poi così astruso capacitarsi del perché per l’ex corista di prima fila del “Meno male che Silvio c’è” il gradimento abbia baciato le stelle. Ben al di là di ogni più ottimistica aspettativa è andata invece la Tidei , che, a prescindere dal successo conseguito in ogni angolo del territorio, ha piazzato un colpo straordinariamente magistrale proprio nella sua città natale:le milleduecentosei crocette apposte sul suo nome rappresentano qualcosa di favoloso e, se per il momento si limitano a rappresentare la splendida conferma in ambito regionale, non è detto che non rappresentino un chiaro segnale in grado di illuminare fin d’ora la scena che vedrà protagonisti gli elettori locali in un futuro non troppo lontano (chi vuol capire capisca e sti ca… se non tutti ci arrivino).
Dunque Marietta Tidei sulla cresta dell’onda e fossimo in Matteo (Renzi) o Carlo (Calenda) non esiteremmo a farle un busto al Pincio (location perfetta per lei, vi pare?) per aver evitato che Azione-Italia Viva raccogliesse pochissime briciole. Notevole pure la “prestazione” di D’Antò che
addirittura per qualche ora ha accarezzato il sogno del clamoroso ingresso nell’aula del massimo consesso regionale. Poi, a fine conteggio, la delusione (che fa rima con disperazione): per soli 103 (centotre) voti al baldo Enzo non si sono spalancate le porte del Paradiso.
Beffa atroce, dunque. Dato che, tenuto pure conto della non eccezionale performance fornita a Roma e dintorni (ma qui quale è stato il contributo del consigliere uscente Devid Porrello ?), se da ognuna delle cinquantatre sezioni locali fossero spuntati appena due voti in più a suo favore e siccome, Totò fa sempre scuola, è la somma che fa il totale ecco che ai 907 si sarebbero aggiunti altri 106 e adesso il “contiano” starebbe ancora a raccogliere i tappi di spumante “staccatisi” dal collo delle centinaia di bottiglie scolate.
Sul quarto gradino di questa hit troviamo l’esordiente Guzzone, che ha fatto parte della stessa “scuderia” di D’Antò (sosteneva difatti la candidata alla presidenza Donatella Bianchi del M5S) e che sulla scorta di quanto raccolto può rappresentare un punto fermo di uno schieramento ambientalista nella “partita” amministrativa dell’anno prossimo.
Apprezzabile, poi, la condotta della leghista Emanuela Di Paolo , anche se aleggia il forte sospetto che non tutti i componenti del suo partito si siano mostrati allineati e coperti, impedendole pertanto di raccogliere un numero di consensi più robusto.
Infine il veleno nella coda e siamo alla “maglia nera” Roberto D’Ottavio. Il quale, pur essendo il numero uno di un settore nevralgico (“acchiappaclientele” per antonomasia) quale l’assessorato dei Lavori Pubblici, è stato letteralmente snobbato dagli elettori. E peggio ancora scaricato manco fosse uno straccio vecchio da rinomatissimi “berluscones”, schieratisi apertamente (dichiarandolo addirittura in pubblico) con la Mari.
Ed ora ? Non resta che: 1) rinnovare l’augurio del meglio del meglio alle due elette chiamate a rappresentare il nostro territorio; 2)capire se dalle parti dell’Aula Pucci possa accadere qualcosa di sfizioso. Che se fosse, non guasterebbe. E finalmente spingerebbe la gente a riavvicinarsi alla politica. Altrimenti sai quanto salirà ancora il termometro della disaffezione al voto.
Buon tutto a tutti.