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“Progetti di recupero ambientale delle cavità dismesse”

“Progetti di recupero ambientale delle cavità dismesse”

CAPRAROLA - «Per conto dell’associazione da me presieduta e delle organizzazioni con cui abbiamo condiviso le osservazioni alla valutazione di impatto ambientale del progetto di discarica in località San Silvestro a Civita Castellana, abbiamo ...

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CAPRAROLA – «Per conto dell’associazione da me presieduta e delle organizzazioni con cui abbiamo condiviso le osservazioni alla valutazione di impatto ambientale del progetto di discarica in località San Silvestro a Civita Castellana, abbiamo inviato una richiesta di impegno al Biodistretto di sensibilizzare le amministrazioni, componenti della fondazione, ad adottare una variazione al regolamento edilizio deliberata dal consiglio comunale di Corchiano». Lo dice Fernado Monfeli. «

La delibera che regola questa variazione – spiega – è stata frutto della consulenza urbanistica degli architetti Paolo Berdini e Antonello Sotgia. Essa prevede che i progetti destinati al recupero ambientale delle cave devono ricevere obbligatoriamente prima della loro presentazione definitiva il riconoscimento di priorità su ogni altro interesse pubblico e in particolare quello rispetto alla salute dei cittadini e alla tutela delle acque; tale riconoscimento dovrà avvenire con voto favorevole espresso a maggioranza dal consiglio comunale, sia che le operazioni di ripristino vengano effettuate per mezzo di rifiuti di estrazione che in presenza di rifiuti diversi da quelli di estrazione. il consiglio comunale dovrà esprimersi individualmente su ogni progetto; al fine della ricostituzione dei caratteri naturalistici propri al paesaggio in cui l’area escavata è parte integrante, il risanamento perseguirà l’obiettivo del reimpianto della vegetazione tipica della zona, pertanto, oltre a quanto normato nella specifica normativa nazionale e regionale, non si ammette e non si autorizzerà il ritombamento attraverso l’esercizio dell’attività di discarica. Tale norma offre la possibilità di tutelare la salute dei cittadini e la salubrità delle acque con uno strumento semplice da adottare e da applicare. Pertanto, riteniamo che la condivisione di questo semplice, ma autorevole strumento amministrativo, possa essere facilmente veicolata dalla Fondazione e che la delibera, una volta adottata dai Comuni del Biodistretto, possa essere un primo baluardo a speculazioni che poco si integrano con conformazione del Territorio, le sue fragilità e la sua naturale vocazione». «Considerata l’urgenza di trovare la soluzione definitiva al problema e considerato che questa delibera è uno strumento amministrativo presente da vari anni in uno dei comuni più rappresentativi del Biodistretto – conclude Monfeli – crediamo che sarà facilmente adottabile dalle restanti dodici amministrazioni che compongono la Fondazione».

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