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Latte, i produttori non piegano la testa

Latte, i produttori non piegano la testa

L’assessore Ferri: «Situazione sempre più drammatica: lavoratori lasciati soli»

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CERVETERI – Il muro contro muro mette in serio rischio le aziende che si sono opposte all’abbassamento del prezzo relativo al conferimento del latte prodotto. Un calo da 60 a 57 centesimi imposto lo scorso mese. Il colpo di forbice è stato però accettato da alcuni allevatori, mentre altri non hanno piegato la testa marcando tuttavia una evidente spaccatura della categoria a beneficio di “Latte Sano”, la grande azienda produttrice e venditrice di latte e suoi derivati. «Ci è stato chiesto anche il costo dello smaltimento – sostiene Pino Giacomobono, allevatore cerveterano – e siamo stati tagliati fuori qualora volessimo rientrare. La situazione è davvero difficile, il nostro presidente della cooperativa “Latte Più” Valentino Vela si sta impegnando per trovare una soluzione. Dovrebbe intervenire la Regione per salvare la filiera. Tre giorni di presidio non sono serviti a nulla». Tra le 500 aziende del Lazio che producono latte c’è pure quella di Carmine Ciaralli, altro cerveterano. «È stato un duro colpo – spiega – il conferimento sceso ancora ha penalizzato tutti noi. Il problema è anche che diverse cooperative avevano firmato l’accordo e i sindacati anziché sorreggere la nostra causa hanno firmato l’accordo con gli industriali non proteggendo di fatto i lavoratori. Non so cosa accadrà in futuro, finora mi sono salvato grazie ai premi essendo nei primi 10 nella qualità del latte prodotto tra i 110 della nostra cooperativa Latte Più». Per gli allevatori sono tempi durissimi. «La situazione è sempre più drammatica – interviene Riccardo Ferri, assessore cerveterano all’Agricoltura – e gli enti preposti dovrebbero avere maggiore attenzione verso coloro che lavorano anche 18 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, per fornire la popolazione di un bene primario come il latte e la carne. Meno spot e più fatti concreti». Si attivano le associazioni di categoria. «Questa vicenda – si espone Biagio Camicia, presidente di Consumatori Italiani più Forti di Cerveteri-Ladispoli – mi ha colpito molto. Ai produttori, in questo caso del latte, si chiedono sempre di più dei sacrifici. Rappresentano l’anello debole di questa catena e sono davvero in difficoltà ora per la loro stessa sopravvivenza. I sindacati dovrebbero tutelarli maggiormente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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