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«Balneabilità, più controlli nei depuratori»

«Balneabilità, più controlli nei depuratori»

Il circolo cittadino di Rifondazione comunista chiede un piano d’intervento sugli sversamenti abusivi di acque contaminate

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SANTA MARINELLA – Il circolo cittadino di Rifondazione Comunista torna sul problema della balneabilità delle acque, e punta il dito sull’azienda che ha in gestione i depuratori che, secondo Rc non vengono monitorati. “Il depuratore della Perazzeta – dice Rc – scarica sul fosso delle Guardiole, chi garantisce che l’impianto sia sempre in tabella? Due i depuratori che scaricano a Castelsecco, uno è di Acea mentre l’altro è privato ed è a circuito chiuso. Le acque di Castelsecco risultano però troppo ricche di sostanze organiche ma, anche qui, quanto frequenti sono i controlli e monitoraggi? Il sistema fognario locale prevede che tutti i liquami siano raccolti e giungano per naturale pendenza fino al mare dove cisterne dotate di pompe le rispediscono a monte nei tre depuratori che li filtrano. Poi, quando piove tanto o quando la popolazione in estate triplica o una pompa si guasta, o in caso di mareggiata, le cisterne si riempiono e ritroviamo i liquami a mare. Quanto tempo passa dalla segnalazione del guasto alla sua riparazione? Esistono dei sistemi d’allarme, prima che se ne rendano conto i cittadini? A questa precarietà si aggiungono le discariche fognarie abusive le cui acque reflue vanno direttamente nel mare oppure nei fossi. Il fenomeno dell’utilizzo dei fossi come fogne a cielo aperto riguarda non solo numerose abitazioni private ma anche orti e campi coltivati. Per questo le acque dei fossi sono spesso maleodoranti e grigie e tutto questo sfocia nel mare. Il Sindaco sostiene che Arpa avrebbe monitorato la qualità dell’acqua in prossimità della foce di Ponton del Castrato, non balneabile per un raggio di 500 metri. Sul litorale di Santa Marinella sfociano 17 fossi per cui è impossibile balneare in specchi di mare non coinvolti dalle foci. Ricordiamo che i fossi non si vedono ma le loro foci sono ovunque e non segnalate”.

Il 26 aprile Acea ha organizzato per le scuole del comune al Palazzetto dello Sport una manifestazione, patrocinata dal Comune, all’insegna della tutela di un bene sempre più prezioso e scarso come l’acqua potabile. Si è persa un’occasione per chiedere ad Acea Ato 2 (società quotata in borsa finalizzata a capitalizzare profitto su quello che è un bene comune) chiare garanzie sulla depurazione. Il Comune, invece di prendersela con Arpa o esibire le tabelle di 5 anni fa (2018-21), dovrebbe prendere atto del problema e mettere mano ad un piano d’intervento sui versamenti abusivi di acque contaminate lungo i fossi e sulla nostra costa dove, in materia di “scarichi a mare” vige “il selvaggio west”.


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