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Stop alla captazione delle acque del Lago di Vico

Stop alla captazione delle acque del Lago di Vico

A lanciare l’allarme sulla presenza di alghe tossiche erano state le associazioni ambientaliste ClientEarth e Lipu, che attraverso un pool di avvocati avevano avviato un’azione legale

RONCIGLIONE – Approvato lo stop alla captazione delle acque per uso potabile.

Ad annunciare il provvedimento, è stato lo stesso sindaco Mario Mengoni che, in occasione dell’inaugurazione della pista ciclabile al lago di Vico, ha dichiarato: «Circa due anni fa abbiamo presentato alla Regione e al Ministero la proposta progettuale per l’abbandono della captazione idrica dal lago di Vico, suggerendo l’utilizzo di pozzi già esistenti, che consentirebbero di portare acqua potabilizzabile – priva delle alghe presenti nell’acqua del lago – all’interno dell’attuale impianto».

«Proposta finalmente approvata dalla Talete, riconosciuta come unica soluzione per giungere alla potabilità dell’acqua, grazie anche al ruolo avuto dalle associazioni nel fare luce su questo problema annoso – ha spiegato il primo cittadino -. Ma abbandonare la captazione dal lago non deve significare spegnere l’interesse sulla qualità delle acque e sulla tutela della riserva, e ci impegneremo con forza affinché questo non avvenga», ha aggiunto Mengoni. A lanciare l’allarme, lo scorso anno, le associazioni ambientaliste ClientEarth e Lipu, che attraverso un pool di avvocati avevano annunciato di aver avviato un’azione legale nei confronti della Regione Lazio, dell’Autorità per il Servizio Idrico e dei Comuni di Ronciglione e Caprarola, «per non aver adottato le necessarie misure per salvaguardare il sito naturale e salute dei cittadini, violando le normative nazionali ed europee» con la richiesta di mettere in atto misure concrete nella direzione della sua tutela. «La presenza dell’alga rossa – avevano spiegato – è il segno evidente di un processo chiamato eutrofizzazione: le alghe privano l’acqua dell’ossigeno trasformandolo in un ambiente tossico e il lago lentamente muore, insieme al suo ecosistema. Al tempo stesso rilasciano sostanze chimiche cancerogene e tossiche, che non possono essere rimosse mediante processi di purificazione». Un appello andato a buon fine, vista la decisione approvata dalla Talete.

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