Tullio Nunzi scrive al Sindaco: «Brava persona, ma manca la politica»
Egregio sindaco
Le scrivo pur rappresentando solo me stesso, da semplice cittadino, ma consapevole che in questa città necessitano forme di cittadinanza attiva che vadano oltre la normale democrazia e rappresentanza partitica.
Non ho votato per Lei, e politicamente esistono profonde differenze, però nelle rare, rarissime volte che ci siamo incontrati, mi ha lasciato l’impressione di una persona per bene; nonostante questa società tenda a sminuire i propri avversari fino alla caricatura, mi è sembrata persona che frequenti le virtù grigie, lavoro, riservatezza, semplicità, moderazione.
Si chiederà perché non parli come appartenente ad un partito politico, ma sinceramente preferisco essere uno spettatore intelligente che un cattivo attore.
Avendo frequentato per un quarantennio imprese ed associazioni di imprese, sono consapevole della importanza di una classe dirigente, anche a livello politico ed amministrativo; la classe dirigente dovrebbe dirigere, comandare, dare indicazioni, non gestire più o meno bene la sopravvivenza quotidiana; senza classe dirigente non può esistere futuro per una nazione, per una città.
Senza classe dirigente si arriverebbe alla riduzione della politica ad una dimensione di puro potere.
E purtroppo dopo tre consigli comunali privi della maggioranza, la sensazione che prova un semplice cittadino come me è proprio questa.
Non appartengo alla categoria dei guardiani del pensiero unico, in questa città esistono grandi possibilità di sviluppo: decarbonizzazione, porto, rigenerazione urbana, sviluppo turistico.
Questa è una citta che da sempre vive di porto, di commercio e turismo.
Il porto ha avuto uno sviluppo tale da diventare primo porto d’Europa, passando dai ferragosto dormitorio per chi andava in Sardegna ad accogliere tre milioni di persone.
La città nonostante alcune positive modifiche (Pirgo, Marina) avrebbe bisogno di una rivoluzione urbanistica per adeguarsi, per accogliere, per infrastrutturarsi più adeguatamente, per diventare vera città porto.
Avrebbe bisogno di una politica capace di grandi progetti di una partecipazione collettiva agli interessi generali, non avere come motto “ volare basso”.
Si può pensare a questi grandi progetti quando per la ristrutturazione di un mercato cittadino si impiegano ( quindici)15 anni, o quando una città e’ in preda al degrado.
La sensazione, brutta, è della mancanza della politica; politica intesa non per risolvere i problemi, ma strumento in cui una corporazione tutela se stessa, i propri interessi i conti sospesi; un cinico tirare a campare, aggirando gli ostacoli, rimuovendo, dimenticando, “rimpastando.” Sperando sempre in un inizio, ma quello che chiamiamo inizio è spesso la fine.
La politica eccelle in evanescenza, non si tratta solo dell’oggi, ma ora si tratta un vero e proprio nitchiano atroce ritorno dell’ identico, un cinico tirare a campare.
Non si può chiedere alla città di fare il proprio, di attenersi alle regole e poi coloro che hanno responsabilità civili non fanno altrettanto.
Per la sua onestà intellettuale credo che sappia bene la differenza tra una carriera politica ed una vita politica.
Con ossequio
Tullio Nunzi